Giorgio Brizio

“Non siamo tutti sulla stessa barca”

Le sfide del nostro tempo agli occhi di un ragazzo.
Edito da Slow Food, Collana AsSaggi
Prezzo al pubblico € 16,50 
Prezzo sul sito €  15,68 


Mercoledì 26 maggio arriva in tutte le librerie  l’opera prima di Giorgio Brizio, giovane attivista di Fridays for Future: dalla crisi climatica alle migrazioni, uno sguardo inedito sui temi di attualità più urgenti raccontati in un linguaggio inclusivo e contemporaneo. I diritti d’autore del volume verranno devoluti a Mediterranea e ResQ, che salvano vite umane nella rotta più letale del Pianeta.
La diretta di presentazione del libro sul canale Instagram di Slow Food Italia.
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Pievani-Varotto_-Viaggio-nellItalia-dellAntropocene

Viaggio nell’Italia dell’Antropocene. La geografia visionaria del nostro futuro

Illustrazioni a colori di Francesco Ferrarese


Che ne direbbe Johann Wolfgang von Goethe dell’Italia immaginata da Pievani e Varotto? I due autori percorrono un viaggio visionario ambientato nel 2786 esattamente 1000 anni dopo il Viaggio in Italia compiuto dallo scrittore e drammaturgo tedesco. Goethe era a Venezia nell’ottobre 1786, ne apprezza le bellezze, la vitalità e lo spirito ma ne sottolinea con disdoro i rifiuti accantonati negli angoli e i rivoli di liquami che finiscono in laguna. Mille anni dopo come sarà Venezia? Il lettore potrebbe immaginare un libro di fantascienza, ma Pievani e Varotto sono due uomini di scienza e scrivono affidandosi a previsioni elaborate attraverso modelli scientifici. La definizione dell’epoca geologica che stiamo vivendo, Antropocene, è esplicativa di come i Sapiens negli ultimi secoli stiano lasciando un’impronta molto pesante sul pianeta stesso. Venezia ne era un esempio nel 1786. Mille anni dopo, un tempo che, dal punto di vista geologico, è insignificante, diventa un’epoca geologica con il determinante, negativo, contributo dei Sapiens. La variabilità climatica è scritta sulle rocce: cicli lunghi milioni di anni, e sulla ricostruzione di cicli paleoclimatici osservabili nei viventi vegetali e animali, dell’ordine di centinaia di migliaia di anni. Per l’Antropocene si parla di centinaia di anni: è l’ordine di grandezza che preoccupa e allerta. Il testo scritto a quattro mani dal filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani e dal geografo Mauro Varotto, di immaginifico ha solo lo stile narrativo, il contenuto si basa su dati scientifici. Partiamo dal Museo di Geografia di Padova, di cui è responsabile scientifico il professor Varotto, in particolare da una carta geomorfologica della nostra penisola, all’epoca della massima espansione dei ghiacciai, circa 20-30mila anni fa quando la pianura padana non si era ancora sedimentata. Il protagonista del viaggio, Milordo, partendo proprio dalla geografia, immagina e racconta con mappe e carte elaborate attraverso modelli matematici, i cambiamenti rapidi e disastrosi che ci aspettano. Venezia diventa un museo sottomarino e i milanesi vanno al mare ai lidi di Lodi, il canale del Campidano separa la Sardegna dall’Iglesiente, le foci dei fiumi diventano fiordi. Ma questa storia non è ancora scritta nel libro della geologia: i Sapiens hanno gli strumenti e la capacità di mitigare i danni causati in particolare negli ultimi decenni. Un libro che diventa un monito rivolto a politici, a scienziati e a ciascuno di noi. L’impegno collettivo e individuale può ancora cambiare la storia, questo è il messaggio che gli autori mandano e noi vogliamo cogliere. Il testo scientifico divulgativo e nel contempo gradevole diventa fruibile da educatori e docenti, come stimolo alla riflessione sui comportamenti individuali e collettivi.

Alberta Vittadello

Fuori controllo

Fuori controllo

Un'antropologia del cambiamento accelerato


Antropologo norvegese, Thomas Hylland Eriksen analizza le contraddizioni di fondo della nostra epoca a cui, dice, va assegnato il nome di Antropocene in quanto l’impronta dell’uomo è predominante su tutto a causa dell’incremento esponenziale delle sue attività. Il libro si fonda sull’assunto che il cambiamento globale accelerato, che per decenni ha destato entusiasmi di sviluppo e progresso, non ha eliminato al suo interno contrasti e tensioni su situazioni economiche e ambientali, violenze settarie, estremismo, povertà e disuguaglianze. Anzi li ha accentuati ponendoci di fronte a realtà molto gravi e difficili da risolvere. Da qui il titolo del libro.
Le forze del progresso si sono rivelate un’arma a doppio taglio, da una parte sviluppo, dall’altra imprevisti importanti e gravi. Tra gli esempi: l’energia a buon mercato, che ha rappresentato la nostra salvezza, oggi ci costringe a fare i conti con la distruzione ambientale e il cambiamento climatico. Oppure il profondo contrasto tra i vantaggi socio economici del mercato globale e i grossi problemi che ne sono derivati nell’affrontare e gestire i flussi vertiginosi degli esseri umani, turistici e immigratori. La conseguenza è che spesso la risposta politica si chiude nel locale e quindi nel ritorno alla chiusura dei confini o in interventi che assecondano paure ataviche. Per Eriksen bisogna invece combinare insieme prospettiva individuale e visione globale. “Il macro e il micro, l’universale e il particolare, devono essere visti come due lati della stessa medaglia. L’uno non ha senso senza l’altro…”. I temi del libro sono affrontati con il punto di vista dell’antropologo. Per esplorare le percezioni locali della globalizzazione e le relative risposte non c’è metodo migliore della ricerca etnografica sul campo, dice Eriksen, in quanto l’etnografia è l’unica tra i metodi delle scienze sociali a fornire sia “la finezza del dettaglio quanto il capitale interpretativo”. Però i metodi dell’etnografia, che è profonda e ampia per la comprensione dei mondi di vita umani, da soli non bastano a comprendere e risolvere le crisi globali. Per affrontare il grande dibattito sul genere umano che ha preso vita all’inizio del XXI secolo, ci vuole anche la conoscenza adeguata dei contesti statistico, storico e macrosociologico. Con questa prospettiva Erikson, in un testo che non è, come lui dice, un documento scientifico, dà il suo contributo alle problematiche dell’Antropocene, prendendo in esame temi quali l’energia, la mobilità, l’urbanizzazione eccessiva, i rifiuti, il sovraccarico di informazioni e, nell’ultimo capitolo, i conflitti di scala con particolare attenzione alla comprensione del surriscaldamento.

Etta Artale