ECOLAMP_Concorso Scuole 2019 - 20

“Raccogliamo Valore”. Ecolamp presenta il nuovo progetto didattico dedicato agli studenti attenti all’ambiente

Il consorzio Ecolamp avvicina gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori ai temi della raccolta differenziata e dell’economia circolare attraverso un nuovo progetto didattico e un concorso a premi. Economia circolare, raccolta differenziata e RAEE: sono questi i temi principali di "Raccogliamo Valore". Un concorso creativo con in palio buoni per l’acquisto di materiali scolastici. 


"Raccogliamo Valore" nasce dalla collaborazione tra Ecolamp, il consorzio senza scopo di lucro attivo nel riciclo dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), ed Educazione Digitale, la piattaforma didattica gratuita riservata agli insegnanti. Attraverso materiali multimediali, diversificati per fasce d’età e studiati per coinvolgere bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, il progetto "Raccogliamo Valore" intende sensibilizzare studenti e insegnanti sugli effetti positivi di una corretta raccolta differenziata dei RAEE, oggetti sempre più presenti nella nostra quotidianità, sviluppando consapevolezza sulla necessità di recuperare le materie prime di cui sono composti, in un’ottica di economia circolare.

A completamento del percorso didattico "Raccogliamo Valore" propone anche un concorso a premi aperto agli studenti della scuola primaria e della secondaria di I grado e II grado. Partecipare è facile: ogni classe dovrà realizzare un video o un racconto correlato di testo e immagini in formato pdf sui temi della raccolta differenziata e del suo impatto sul futuro del pianeta, con particolare riferimento ai RAEE. Gli elaborati dovranno poi essere caricati sulla piattaforma di Educazione Digitale entro il 30 aprile 2020. La partecipazione è gratuita e i primi tre vincitori per ogni categoria, valutati da una giuria interna a Ecolamp e a Educazione Digitale, riceverannobuoni per l’acquisto di materiale scolastico. I criteri di valutazione si baseranno sulla qualità del contenuto e della forma degli elaborati, ma terranno anche conto dei like ottenuti tramite la condivisione social. "Raccogliamo Valore" premia anche gli insegnanti più attivi e propositivi che vorranno essere Ambassador del progetto e potranno vincere un premio Hi-Tech.


Maggiori dettagli e modalità di partecipazione sono consultabili sul sito di Ecolamp e sulla piattaforma Educazione Digitale nella sezione dedicata al progetto.

Marevivo principale

Il cinema italiano dice no all’uso di plastiche monouso

Alla Festa del Cinema di Roma al posto delle bottiglie di plastica ci sono borracce ed erogatori di acqua grazie all’iniziativa “Go Plastic Free”, lanciata dall’associazione Marevivo. Con questa e altre iniziative come “Human Save the Sea” il cinema italiano sostiene la lotta all’uso di plastiche usa e getta. Ne parliamo con Rosalba Giugni, presidente di Marevivo. 


Qual è la mission di Marevivo?

Salvare il mare! Abbiamo cominciato trentacinque anni fa attraverso campagne di sensibilizzazione a livello locale e internazionale, promuovendo iniziative nelle scuole e nelle università e coinvolgendo sempre più soggetti nelle nostre attività. Con l’associazione Marevivo cerchiamo di rendere l’uomo più consapevole sui temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del mare, tuttavia, a mio avviso, tale consapevolezza non è ancora abbastanza diffusa. Dobbiamo far capire alle persone che il mare non è un serbatoio dove gettare le  “schifezze” prodotte dalla nostra società, perché se muore il mare vengono meno anche le condizioni per la vita sul nostro pianeta.

 

Di recente Marevivo ha presentato, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, la campagna di sensibilizzazione “Human Save the Sea”. Di che si tratta?

Marevivo ha sempre promosso campagne informative e di sensibilizzazione per diffondere la cultura della sostenibilità. Negli ultimi anni ci siamo occupati molto del problema dei rifiuti plastici in mare. A questo proposito, nel 2016 abbiamo realizzato in collaborazione con Marina Italiana e CoNISMa la campagna informativa Mare Mostro. Un mare di plasticaper sensibilizzare l'opinione pubblica sui pericoli della presenza di plastica in mare. La campagna Human Save the Sea, invece, è svolta in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e prevede un concorso al quale parteciperanno gli studenti con una serie di brevi spot sull’importanza della salvaguardia del mare. Tutti gli spot saranno valutati da un’apposita giuria e quello che vincerà sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane. Inoltre, l’intera classe cui appartiene lo studente vincitore parteciperà insieme con Marevivo alla bonifica ambientale di alcune spiagge italiane.

 

Perciò il cinema può essere un valido alleato per comunicare comportamenti consapevoli e rispettosi dell’ambiente?

Sì, senz’altro. Ci rivolgiamo a tutti i soggetti che incontriamo sulla nostra strada, ma il cinema può davvero cambiare la mentalità delle persone. “Human Save the Sea”, ad esempio, è sostenuta da numerosi registi, produttori e attori. Il cinema è visto, ascoltato, commentato e coinvolge moltissime persone. Perciò una proposta di Marevivo è che non vengano più mostrare plastiche monouso nei film. Sarebbe un segnale positivo nella lotta al consumo di plastiche usa e getta.

 

La Festa del Cinema di Roma sostiene l’iniziativa “Go Plastic Free” (foto: @Marevivo)

 

Quest’anno, grazie all’iniziativa “Go Plastic Free”, alla Festa del Cinema di Roma ci sono borracce ed erogatori d’acqua al posto della bottiglie di plastica. Me ne potrebbe parlare.

L’iniziativa Go Plastic Free è nata da una nostra idea alcuni fa nell’ambito delle regate: ai regatanti Marevivo forniva delle borracce e nei porti erano istallati degli erogatori d’acqua. Poi, il 4 giugno 2018, giorno dell’insediamento del nuovo Parlamento, abbiamo inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio, ai ministri e ai parlamentari, affinché prendessero provvedimenti per ridurre il consumo di plastica all’interno delle istituzioni. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha sin da subito accolto favorevolmente il nostro invito e ha sostenuto la nostra iniziativa. Dopodiché abbiamo stipulato protocolli d’intesa con università e istituti di ricerca e abbiamo promosso numerosi incontri nelle scuole. Insomma, la nostra idea è diventata virale.

 

Erogatori d’acqua istallati all’Auditorium Parco della Musica di Roma (foto: @Marevivo)

 

Cosa pensa dell’iniziativa “Fridays for Future”?

La giovane Greta Thunberg ha dato una svegliata a tutti! I giovani che sono scesi in piazza nell’ultimo anno, però, ora hanno bisogno di risposte da parte delle istituzioni. Dobbiamo capire perché manifestano e quali sono le loro richieste. In questi casi mi piace citare Alex Steffen, divulgatore americano, che dice: “Vincere lentamente è come perdere”. Nel senso che non c’è più tempo: occorre essere coraggiosi e agire rapidamente. Da anni Marevivo propone di inserire l’educazione ambientale nelle scuole. Aver presentato l’iniziativa contro il consumo di plastica alla Festa del Cinema di Roma ha messo sicuramente luce su uno dei grandi problemi del nostro tempo, ma non basta.

 

Come si sta muovendo la politica in tal senso?

Portare sempre con sé la borraccia, evitando di usare bottigliette di plastica, deve diventare una moda. Dobbiamo cambiare i nostri stili di vita, consumare energia in modo sostenibile, bruciando meno fossili e investendo di più nelle rinnovabili. E poi bisogna sostenere l’economia circolare perché tutto ciò che si produce va riutilizzato. In meno di un secolo l’uomo ha esaurito un capitale naturale che si è formato in centinaia di milioni di anni. La sfida ambientale richiede impegno e misure coraggiose. Poche ore fa la Camera dei deputati ha approvato la legge “SalvaMare” che ha l’obiettivo di favorire la raccolta e il riciclo dei rifiuti, in particolare della plastiche, in mare e nelle acque interne come fiumi, laghi e così via. Si tratta di un provvedimento importante e che abbiamo sostenuto sin da subito. Ora, bisogna approvare il testo anche in Senato.


Di Andrea Campiotti, inviato del Centro Studi l'Uomo e l'Ambiente alla Festa del Cinema di Roma

Foto d’intestazione: Rosalba Giugni, presidente dell’associazione Marevivo (foto: @Marevivo)

Travolta principale

Festa del Cinema di Roma, John Travolta protagonista della sesta giornata

John Travolta vola a Roma per presentare il suo ultimo film, “The Fanatic”. Il divo di Hollywood ripercorre la sua carriera in un incontro ravvicinato con il pubblico nel corso del quale confessa: “I tre film di cui vado più orgoglioso sono ‘La febbre del sabato sera’, ‘Grease’ e ‘Pulp Fiction’”.


John Travolta vola a Roma pilotando il suo jet personale – come ha tenuto a precisare in un incontro ravvicinato con il pubblico – per presentare il suo ultimo film, “The Fanatic” (2019), un thriller diretto dal regista Fred Durst, dove interpreta la parte di Moose. che da fan diventa stalker e inizia a perseguitare un attore di film d’azione. “Fanatic è un piccolo film, è costato poco ma ha un grande protagonista ed è il mio ruolo preferito di sempre”, spiega Travolta. “Tuttavia – prosegue – ci sono tre film di cui vado molto orgoglioso: 'La febbre del sabato sera' (1977), 'Grease' (1978) e 'Pulp Fiction' (1994)". Ma la collaborazione – che Travolta definisce viaggio – più interessante è stata quella con Quentin Tarantino. “Quentin allora era giovane, pieno di idee, un regista nuovo ma ispirato allo stesso tempo dai grandi maestri del cinema. Mi ha sempre dato grande libertà. Ad esempio, l’idea del taglio di capelli del personaggio di Vincent Vega è stata mia: avevo vissuto così come il personaggio del film per un paio di anni ad Amsterdam e lì avevo visto capigliature simili, perciò lo proposi a Quentin e lui, dapprima esitante, poi si convinse e mi rispose: ‘Sai che c’è, funziona!’”.

Nel corso dell’incontro ravvicinato Travolta si apre con il pubblico, racconta che all’età di 17 anni fu bocciato per la parte di Gesù nel musical “Jesus Christ Superstar”. “Il produttore – rivela Travolta – mi rifiutò perché ero troppo giovane per la parte, ma scrisse su un pezzetto di carta ‘è troppo giovane ma tenetelo d’occhio perché diventerà grande’ e poi, anni dopo, me lo mostrò quando mi scelse per “La febbre del sabato sera” e per “Grease”. Mentre in sala si passano in rassegna le clip di alcune delle sue migliori performance il pubblico applaude, alcuni fan cantano, battono le mani al ritmo di musica, altri gli gridano “I love you” e lui risponde senza esitazioni “I  love you too”, spiegando che, diversamente da quanto accade al personaggio del suo ultimo film, non ha mai avuto a che fare con gli stalker e che ha sempre avuto un ottimo rapporto con i suoi fan. Poi Travolta racconta al pubblico che è diventato attore grazie alla madre, regista e attrice, che lo ha introdotto al mondo dello spettacolo. “Mia madre mi ha insegnato ad essere un professionista, un attore profondo, a costruire il personaggio in modo completo”, racconta Travolta. Poi arriva il momento della clip tratta dal film “Blow out” (1982) di Brian De Palma e Travolta racconta di aver avuto un ottimo rapporto con il regista. “Era entusiasta e si fidava delle mie scelte tanto da farmi decidere. Io gli chiedevo: ‘Brian, preferisci che faccia questo o quello?’ e lui mi rispondeva: ‘Io sono il regista, recitare è il tuo lavoro, devi essere tu a scegliere’. Ma Travolta è stato anche Bill Clinton in “I colori della vittoria” (1998) di Mike Nichols. “Per interpretare la parte del presidente degli Stati Uniti ho studiato approfonditamente l’organizzazione di governo e l’amministrazione americana – spiega Travolta – perché queste cose un presidente le deve conoscere”.

 

John Travolta si racconta in un incontro ravvicinato con il pubblico in compagnia del direttore artistico della Festa del Cinema Antonio Monda (foto: ©Andrea Campiotti)

 

Poi arriva il momento di parlare dei film che ha rifiutato nel corso della carriera. Si tratta di quattro film: “I giorni del cielo” (1978) di Terence Malick, “American gigolò” di Paul Schrader (1980), “Soldato gentiluomo” (1983) di Taylor Hackford e infine “Chicago” (2002) di Rob Marshall. Quattro parti da protagonista che sono andate tutte ad un altro attore di Hollywood, Richard Gere che, peraltro, – come ha spiegato Travolta – non lo ha neanche mai ringraziato del favore. Dei rifiuti che hanno favorito la carriera a Gere Travolta non si pente perché – spiega – erano tutti motivati da impegni precedenti, eccezion fatta per “Chicago” che ha rifiutato per motivi personali. “Io sono cresciuto in un’era cinematografica nella quale le donne amavano gli uomini – chiarisce Travolta – e il testo teatrale dell’opera, dove le donne odiavano gli uomini, non mi è piaciuto. Poi ho visto il film e mi sono reso conto che avevano cambiato i personaggi e le protagoniste avevano più cuore”. “Colpa mia – confessa – che quando mi hanno offerto la parte non ho chiesto un incontro con il regista per capire come volevano modificare il testo teatrale”. Un rifiuto in particolare, però, lo ha condizionato. Dopo aver visto una clip del film “La sottile linea rossa” (1998) di Terence Malick, dove interpreta la parte del generale Quintard, Travolta racconta di essere ancora dispiaciuto per aver rifiutato (per motivi contrattuali) di lavorare in “I giorni del cielo”. “Diciassette anni dopo Terence mi confessò che il mio rifiuto gli aveva spezzato il cuore e che aveva smesso di girare film a causa mia”. L’ultima frase che Travolta avrebbe voluto sentirsi dire, dal momento che – come ha spiegato durante l’incontro – da bambino insieme alla famiglia aveva visto morire Giulietta Masina ne “La strada” (1954) di Federico Fellini e, colpito dalla scena, aveva chiesto la ragione della morte al padre. Il padre gli spiegò che Giulietta era morta di crepacuore. “Da quel momento giurai a me stesso che non avrei mai spezzato il cuore a nessuno”, spiega Travolta a conclusione dell’incontro, prima di ricevere dal direttore della Festa del Cinema Antonio Monda il “Premio speciale” per l’interpretazione in “The Fanatic”.


Di Andrea Campiotti, inviato del Centro Studi l'Uomo e l'Ambiente alla Festa del Cinema di Roma

Foto nell'articolo: Andrea Campiotti

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