alberi sapienti

Alberi sapienti Antiche foreste

UTET


L’uomo considera sé stesso l’anello evolutivo più elevato, l’apice della piramide della vita: ma che cosa forma il corpo intero della piramide? Foglie, legno, radici costituiscono il 98% dei viventi e sono proprio i vegetali che permettono al restante 2%, costituito dagli animali consumatori, eterotrofi di vivere. E all’uomo che si definisce Sapiens resta ancora tanto da imparare dalle piante e tanto da conoscere. L’autore, forestale per una vita, trasmette al lettore non solo conoscenza ma amore per le piante: alberi sapienti certo, sapienti perché sanno, conoscono e agiscono per salvaguardare se stessi, i propri simili e non solo. Comportamenti sociali messi in atto da esseri vegetali, singoli o in gruppi di individui che insieme trovano soluzione a problemi collettivi. Piacerebbe all’autore, e a noi, che fossero così anche i comportamenti sociali umani invece più propensi alla conflittualità o alla sopraffazione. Nel bosco invece le radici si danno la mano nel vero senso della parola, non sono proprio mani ma apici, ovvero le punte estreme che, con i loro sensori sono in grado di procedere nel terreno alla ricerca di acqua e nutrienti da trasferire a chi è magari in difficoltà. E come se non bastasse le radici sfruttano alleanze vantaggiose con viventi non vegetali come i funghi attraverso le micorrize, formando associazioni simbiotiche spesso co-evolutive.
Zovi accompagna il lettore, anche il meno specificamente preparato, alla conoscenza approfondita di ciascuna parte dei vegetali. Descrive gli alberi nelle sue parti principali: semi, radici, tronco, corteccia, chioma portandoci in una foresta che impariamo a comprendere con sempre maggior stupore.
Partendo dalle piante pioniere che colonizzano il terreno, anche il meno ospitale come i ghiaioni e le colate laviche, descrive la piccola betulla abbarbicata sulla roccia scura dell’Etna e il pino delle Canarie che spicca nel paesaggio quasi marziano di lave rosse dove espande le sue radici. Pionieri quindi che aprono la strada contribuendo alla formazione del substrato pedologico per altre piante e per le coltivazioni. Le piante si muovono, certo, anche se a scuola si insegna ancora che tra le loro funzioni è escluso proprio il movimento! Ma con i semi, tanti, anche 6 milioni all’anno per un pioppo, e le radici, ne fanno di strada, eccome!
La descrizione prosegue evidenziando come ciascuna parte della pianta contribuisca all’adattamento all’ambiente in uno sforzo sinergico per la sopravvivenza e per la riproduzione. E dal particolare di una pianta si continua un viaggio all’interno della foresta, antica, vergine o quasi, dove l’uomo è solo con sé stesso e con loro, le piante, che ci fanno star bene nel corpo e nella mente.
Un libro che potremmo definire sensoriale: immagini coloratissime, suoni come il canto dell’urogallo e la voce delle chiome, profumo di funghi, odore di sottobosco e di terra, sono elementi che arricchiscono informazioni e descrizioni. Se conoscere conduce al rispetto e all’amore, Zovi ci accompagna proprio lungo questi sentieri, sottolineando ancora una volta che facciamo parte di un unico mondo.

Alberta Vittadello

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– Castighi e + ricompense

 


Impulsività, irrequietezza, mancanza di autocontrollo dei figli nell’infanzia o nella prima adolescenza determinano grossi problemi nelle famiglie, con difficoltà spesso gravi ad affrontarli. I castighi, a cui frequentemente i genitori ricorrono, non servono a modificare i comportamenti. È necessario un approccio educativo con un percorso formativo che abbia protagonisti insieme, in famiglia, genitori e bambini. Questa la tesi di Daffi, laureato in psicologia, docente universitario ed esperto dei disturbi dell’attenzione in età scolare. In questo volume che lui chiama “quaderno esperienziale”, offre delle proposte utili a genitori e figli per arrivare attraverso esperienze comuni a conoscenza reciproca e a serenità in famiglia.
Sono quattro le fragilità o difficoltà di comportamento prese in esame: impulsività, gestione della rabbia, attenzione, comportamento oppositivo, cioè il rifiuto di ogni richiesta proveniente dall’adulto. Lo strumento per far riflettere bambini e genitori è una divertente storia illustrata in cui 4 piccoli protagonisti ipereroi hanno comportamenti riconducibili alle fragilità considerate nel libro, così da poterle riconoscere e identificarsi. Ogni capitolo contiene spiegazioni destinate agli adulti e altrettante attività pratiche per i bambini dai 6 agli 11 anni. L’obiettivo è far capire che ogni essere umano ha in sé fragilità e punti di forza e spetta a noi “la scelta se investire tutto il nostro tempo per tentare di eliminare le prime, o dedicarne almeno un po’ alla ricerca e alla valorizzazione dei secondi”. Molto spesso infatti caratteristiche considerate negative nei bambini contengono in nuce qualità significative dei loro successi da adulti. Il libro è strutturato in 4 capitoli e ogni capitolo è diviso in 6 sezioni, in ognuna delle quali è contrassegnata l’attività per il bambino, l’attività per i genitori e l’attività di entrambi. Che cosa utilizzare al posto dei premi e dei castighi? Il suggerimento è quello di provare a costruire un contratto comportamentale che contempli privilegi e costi, dove i privilegi sono il risultato positivo dall’aver seguito i suggerimenti dei genitori e i costi le conseguenze negative del non averlo fatto trasgredendo gli accordi.
Un libro per bambini e adulti, ma che richiede soprattutto l’impegno dei grandi chiamati a una notevole riflessione su se stessi e a realizzare coi figli le attività suggerite dopo la lettura insieme della storia. Il suggerimento di Daffi ai genitori è quello di cominciare a leggere il racconto coi propri figli solo se si ha almeno un mese intero a disposizione per immergersi nell’avventura proposta. L’obiettivo è molto alto e richiede il tempo necessario per raggiungerlo.

Etta Artale

 

storia del sentiero

Storia del sentiero

Volume realizzato in collaborazione con il Club Alpino Italiano 


L’incipit di questo testo conduce a una immagine legata alla geologia: una traccia lasciata da un organismo vissuto 565 milioni di anni fa sulle rocce precambriane della regione sud orientale di Terranova. Una lumaca o un verme che si muoveva lentamente lasciando come testimonianza il suo breve sentiero. Spostarsi è una caratteristica dei viventi presenti nel nostro pianeta. Valutarne l’intenzionalità non è sempre scontato. Di certo la necessità di riprodursi ha affinato in passato e ancora oggi, strategie di disseminazione messe in atto dai vegetali e da animali come pesci e uccelli che, per raggiungere ambienti favorevoli, percorrono lunghezze impensabili. E i Sapiens? L’essere umano è stato inizialmente cacciatore nomade, si spostava in continuazione per cercare zone più accoglienti o semplicemente per trovare risorse adatte a soddisfare i bisogni primari. Il passaggio alla coltivazione, quindi all’agricoltura, porta a diventare stanziali.
Attualmente la maggior parte della popolazione umana è stanziale. Viviamo in una casa abbiamo una residenza fissa e chi non ce l’ha viene considerato ai margini della società. Si viaggia per affari o per diletto: in aereo possiamo fare il giro della terra in un solo giorno, in auto si percorrono grandi distanze e spesso i nostri occhi sono puntati sul GPS: la morfologia del paesaggio, l’orizzonte lontano, il prendere a destra o a sinistra non sono più elementi guida del nostro viaggiare. Eppure i sentieri percorsi camminando possono ridarci la dimensione umana che stiamo via via perdendo. Percorrere sentieri significa vedere dove sorge il sole e dove il muschio sul tronco degli alberi indica il nord, quindi orientarsi, decidere quale sia la direzione verso la quale proseguire il cammino seguendo o meno orme precedenti. Ci sono sentieri con una storia e il nostro cammino è guidato da chi ci ha preceduto. Ma quando siamo i primi a percorrere una direzione? Il lettore trova spunti molto interessanti e qualificati su un’attività, l’orienteering che non è solo un esercizio fisioludico, ma una vera e propria attività della mente. Compiere scelte autonome, ecco la differenza nel nostro andare quando ci si muove camminando. Se corriamo, se pedaliamo, i particolari dell’ambiente, della flora, della fauna ci sfuggono. Nell’esercizio fisico intenso il cervello è meno attento e fatica a formulare pensieri profondi: accade l’inverso camminando. La camminata è infatti l’andatura naturale che l’uomo ha assunto da quando è sceso dagli alberi evolvendo nel bipide attuale. E camminando ha colonizzato il pianeta, scegliendo di volta in volta la direzione, attratto da ambienti gradevoli, incuriosito da paesaggi nuovi e da orizzonti diversi, perché il mondo si rivela a chi viaggia a piedi come afferma il regista e sceneggiatore Werner Herzog citato proprio dall’autore. Camminare, l’attività fisica più spontanea per l’essere umano è stata una palestra mentale per filosofi come Friedrich Nietzsche, naturalisti come Charles Darwin, scrittori come Virginia Woolf e del loro camminare restano opere che arricchiscono il nostro sapere, pur in ambiti completamente diversi. L’autore ci conduce in un viaggio speciale che si dipana nella storia, racconti che descrivono fatiche, esplorazione, migrazione, attraverso i sentieri che avvolgono come una rete il nostro pianeta.

(Alberta Vittadello)