Atlante Appennino

Un’ecobiografia
di Elisa Veronesi

Piano B editore 2024
pagg.180

euro 15,00

Atlante Appennino è opera prima di Elisa Veronesi che, nata e cresciuta nell’Appennino Reggiano, vive da alcuni anni in Francia dove è lettrice di Italiano all’Université Côte d’Azur. È traduttrice, ha in corso progetti di ricerca su letteratura e Antropocene e letteratura del Paesaggio.
“L’Appennino oggi è un luogo di rovine, e la necessità di dirne i resti, ne conferma la sparizione… Le trasformazioni dettate dalla crisi climatica mutano il pianeta e i viventi, manifestando i legami che intercorrono tra loro.
Atlante Appennino è un’ecobiografia, narra l’interazione tra storie di vita e ambiente, e invita ciascuno di noi a rintracciare i legami e gli incontri con il mondo naturale che hanno segnato o che potrebbero segnare la propria esistenza. Cartografare l’Appennino attraverso scritture composite e narrazioni, frammenti biografici e pensiero filosofico muove dalla necessità di oltrepassare un approccio antropocentrico, per tracciare nuove mappe e analisi poetiche dello spazio. Rovistando nelle torbiere della storia profonda di questo luogo ancora poco esplorato, tanto ingombrante quanto sfuggente, ci si avventura in esercizi di variazione dell’immaginario, per creare nuove identità narrative in movimento”.

Antonio Di Chiro Il grano cresce di notte. Vita e pensiero di Henry D. Thoreau

Piano B Edizioni, Prato PO, pagine 250, euro 18,00.

ISBN 9788893711647

Il grano cresce di notte è un’inedita biografia filosofica che non si limita solo a illustrare le vicende e i punti salienti della vita di Thoreau, ma mette in luce il suo pensiero e la sua filosofia, discussa e indagata in base al Trascendentalismo americano che, insieme al suo maestro Emerson, contribuì a fondare.

Oggi Thoreau è considerato uno dei padri fondatori della letteratura americana, un messaggero dell’ecologia e dell’etica ambientale.

Benché sia stato un membro dell’Università di Harvard, con il cuore e con l’anima è andato molto lontano, immerso nelle scene della sua infanzia. “Quelle ore che avrebbero dovuto essere dedicate allo studio sono state spese passando al setaccio i boschi ed esplorando i laghi e i ruscelli”. Scrisse così di se stesso Henry D. Thoreau. Ammissione molto rilevante, quella del grande pensatore statunitense. Le sue parole presagiscono il futuro di camminatore solitario e amante appassionato della natura. In genere, misterioso e trascinante è il divagare del pensiero, un vagabondaggio interiore che ci porta a “rivedere” mentalmente paesaggi, luoghi naturali o scorci anche minimali del nostro passato, comunque, spazi. Rivedendo e ripercorrendo a distanza tante e tali lontananze, ci allontaniamo dal presente, divaghiamo.

Per Thoreau gli spazi di divagazione erano boschi e case d’infanzia.

Per tanti di noi non è diverso siamo in grado di tornare perlustrare nel pensiero rivedendo nel minimo dettaglio, le case della nostra infanzia, o altri spazi e luoghi che sono stati particolarmente significativi e importanti nel corso della vita. Basta chiudere gli occhi, concentrarsi profondamente, per tornare a vederli, quei luoghi. Dettagli di un roveto di more o del ribes rosso sotto il platano visitato costantemente da un pettirosso nel silenzio del mattino. Strumento mentale tra memoria e immaginazione analogo a quello della fantasia di un narratore. Emilio Salgari, si sa, non viaggiò mai, eppure mari e isole dei Caraibi gli stavano chiari davanti alla mente in maniera precisissima e infallibile. Il divagare è distrazione, è creazione, è risorsa, quando non salvezza. L’autore ci permette di scoprire un Thoreau fuori dalle etichette e ritrovarlo come pensatore e filosofo molto vicino a ciascuno di noi.

Alberta

La dittatura del denaro

di Vittorino Andreoli

Contro le menzogne dell’economia

Solferino Editore 2024
pp.224
Saggio
Brossura
Prezzo di copertina 16,50 euro

Da una parte il cervello, uno degli organi più complessi del corpo umano; dall’altra il denaro, come strumento da lungo tempo utilizzato per favorire il commercio, le attività umane e l’organizzazione stessa della società. Il loro rapporto non è mai stato semplice. Già Aristotele distingueva tra ciò che è «naturale», soddisfare le necessità primarie, e il «non-naturale», in cui è inclusa la ricchezza. Il denaro non ha alcuna caratteristica per rispondere alle dinamiche dei bisogni del corpo, della mente, delle relazioni con l’ambiente, naturale e sociale. Se esce dalla sua dimensione di strumento, genera anzi lotta, confusione, egocentrismi e maniacalità. Il denaro permette la «sopravvivenza », ma anche il «potere», insito in quella parola «profitto» che per l’economia è la modalità per ottenerlo. E può produrre veri e propri disturbi di dipendenza quando da mezzo diventa fine ultimo, condizionando il presente e il futuro del singolo…. (Continua a leggere su https://www.solferinolibri.it/libri/la-dittatura-del-denaro/)