L’UE commemora le vittime della crisi climatica globale

Il 15 luglio 2024 l’UE ha commemorato le vittime della crisi climatica globale nel corso di una cerimonia tenutasi a Bruxelles alla presenza del Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, e di rappresentanti del governo belga.

Nel 2023 il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea hanno infatti firmato una dichiarazione congiunta per istituire una giornata annuale dell’UE dedicata alle vittime della crisi climatica globale, il 15 luglio di ogni anno. Si tratta di un’occasione per ricordare le vittime in Europa e nel mondo, e per sensibilizzare a quanto è possibile fare per ridurre il rischio degli impatti climatici ed essere meglio preparati a rispondere alle catastrofi climatiche.

Janez Lenarčič, Commissario per la Gestione delle crisi, ha dichiarato: “Questo 15 luglio celebriamo la seconda giornata dell’UE per le vittime della crisi climatica globale. Oggi, nell’anniversario della terribile alluvione che tre anni fa ha portato via tante vite in Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, ricordiamo chi ha perso la vita in disastri climatici in tutto il mondo. Cogliamo anche l’occasione per guardare alle sfide future. L’Unione europea continuerà ad adoperarsi per mitigare i cambiamenti climatici e rafforzare l’adattamento e la resilienza a tali cambiamenti, dando alla prossima generazione la speranza di un domani migliore e più sicuro.”

Wopke Hoekstra, Commissario per l’Azione per il clima, ha dichiarato: “I cambiamenti climatici rappresentano un pericolo chiaro e attuale. Fanno parte della nostra realtà. Tre anni fa Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno subito inondazioni devastanti. Oggi commemoriamo chi quel giorno ci ha lasciati, ma anche ogni singola persona che ha perso la vita a causa dei cambiamenti climatici in tutto il mondo. Dobbiamo lavorare insieme per garantire che le nostre società siano meglio attrezzate per far fronte alle catastrofi climatiche, ad esempio investendo nell’adattamento ai cambiamenti climatici.”

All’inizio del 2024 la Commissione europea ha presentato una comunicazione sulla gestione dei rischi climatici, in risposta alla prima valutazione europea dei rischi climatici ad opera dell’Agenzia europea dell’ambiente.

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Mytho, il nuovo gene anti-età che aiuta a invecchiare in salute

di Alessia Zanetti su

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Esiste un modo per vivere a lungo, invecchiando bene e in salute? Lo studio dal titolo Mytho promotes healthy ageing in C. elegans and prevents cellular senescence in mammals, pubblicato sulla rivista medica di ricerca traslazionale Journal of Clinical Investigation, tenta di dare una risposta.

In natura, gli organismi sono continuamente esposti a stress ambientali che mettono a dura prova la loro stessa esistenza e solo le specie che si adattano in modo rapido ed efficiente alle condizioni ostili sopravvivono. Questa risposta positiva alle condizioni ostili è regolata da cambiamenti trascrizionali – trasferimenti dell’informazione genetica dal DNA all’RNA – che limitano il danno tissutale e favoriscono la riparazione e la resistenza allo stress.

La funzione della maggior parte del nostro codice genetico, tuttavia, è ancora ignota: un esempio sono i geni che codificano le proteine, di cui più di 5mila su un totale di 20mila sono completamente sconosciuti. Per conoscere e caratterizzare il mondo all’interno del nostro DNA servono infatti tempo, risorse ed energie. Dopo nove anni di studio e la collaborazione internazionale tra ricercatori di tutto il mondo, oggi possiamo dire di aver ricostruito un tassello in più del nostro genoma: un gruppo di ricercatori diretto da Marco Sandri, docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e principal investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) ha infatti identificato e caratterizzato Mytho, un nuovo gene che controlla l’invecchiamento cellulare e la longevità.

Lo studio è stato in parte finanziato da un’azione del PNRR nel partenariato sull’invecchiamento, chiamato AGE-IT “Ageing Well in an Ageing Society”, che ha permesso la creazione di una rete nazionale di ricercatori che studiano questo processo biologico. Age-It è una rete di università, enti di ricerca e imprese che unisce le eccellenze nazionali nello studio dell’invecchiamento tramite una triangolazione tra le forze delle scienze sociali, biomediche e tecnologiche. La mission del progetto è fare dell’Italia un hub scientifico internazionale e un laboratorio empirico per studiare l’invecchiamento della popolazione.
Le prime autrici dello studio, Anais Franco Romero (dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova) e Valeria Morbidoni (dipartimento di Salute della donna e del bambino dell’Università di Padova), sono partite da una ricerca informatica per identificare potenziali geni implicati nei meccanismi che controllano la qualità delle proteine e delle strutture cellulari. Tra i diversi candidati, il team si è focalizzato su un gene che spiccava per essere estremamente conservato tra le diverse specie animali, dall’uomo fino ai vermi, denominato Mytho (da Macroautophagy and YouTHOptimizer).

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I rischi nascosti in pane e biscotti. Il decalogo per sfornare in maniera sicura (e buona)

Notizia a cura di Stefano Polacchi su newsletter di “Il Gambero Rosso” del 3 luglio 2024

L’Unione Europea lancia l’allarme per il cancerogeno acrilammide sviluppato in cereali, patate e caffè da cotture troppo elevate. Ecco il decalogo per usare il forno senza rischi.

Se c’è una cosa che attrae i nostri sensi come il canto delle sirene per Ulisse, questo è il profumo del pane appena sfornato. E se il filone ha una bella crosta marrone, scura e appetitosa che già promette croccantezza, allora il rapimento diventa totale. Eppure, è proprio dietro a quel pane che si nasconde in agguato uno dei più infidi e insidiosi nemici della nostra salute: l’acrilammide. Sostanza poco conosciuta e molto cancerogena.

Il pericolo nascosto nel pane

«Ed è proprio il pane il più pericoloso contenitore di acrilammide – spiega Chiara Manzi, nutrizionista e studiosa di longevità – Il pane è l’alimento che maggiormente contribuisce all’assunzione di questo cancerogeno, seguito dai biscotti e da altri prodotti da forno: i bambini consumano molti di questi alimenti e sono tra le fasce più vulnerabili. Per gli adulti, poi, uno dei maggiori responsabile dell’assunzione di acrilammide è anche il caffè». Pensiamo per un attimo a quello bruciato (anche nel cappuccino) che ci propongono ogni mattina in diversi bar accompagnato da croissant e cornetti purtroppo spesso anch’essi marroni, troppo marroni.

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