Smog a Torino

In Italia 90 mila morti premature ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, l’inquinamento atmosferico causa 400 mila morti premature ogni anno, 90 mila delle quali in Italia. Tra le 30 città più inquinate in Europa, 17 sono italiane. I valori peggiori relativi alla concentrazione media annuale di polveri sottili si registrano a Torino, Milano, Napoli e Roma.


Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente 

L’inquinamento atmosferico ha raggiunto le soglie previste dalle linee guida fissate dall’Unione europea e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). A dirlo è il rapporto Air quality in Europe 2018  dell'Agenzia europea per l'ambiente (AEA). Secondo il rapporto, le concentrazioni di inquinamento atmosferico rappresentano un grave pericolo per la salute dell’ambiente e dei cittadini europei. L’Agenzia sottolinea che l’inquinamento atmosferico sovente supera i limiti indicati dall’Ue e dall’OMS. Oltre alle emissioni inquinanti associate al trasporto su strada, particolarmente sentite nelle aree urbane e che rappresentano la principale fonte di inquinamento atmosferico, rilevano anche le emissioni provenienti da settori come l’agricoltura, l’edilizia, l’energia e l’industria (Figura 1).

 

Figura 1. Settori nei Paesi dell’Ue (a 28) per inquinamento da PM10 e NO2

 

L’inquinamento atmosferico tra i temi chiave ad Ecomondo 2018

Il tema dell’inquinamento atmosferico è stato al centro di una serie di convegni e seminari organizzati in occasione della 22° edizione di Ecomondo, la principale esposizione italiana della green economy, ospitata presso Rimini Fiera dal 6 al 9 novembre. All’esposizione hanno preso parte numerosi ricercatori, esperti dei settori della green economy, imprenditori, tecnici e amministratori locali. Com’è emerso dai numerosi convegni e seminari, gli inquinanti maggiormente pericolosi per la salute delle persone sono il particolato (PM), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3) a livello del suolo. A questo proposito, un recente rapporto di Legambiente sottolinea che  in 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili (PM10) con una media giornaliera superiore a 50 μg/m(Figura 2).

 

Figura 2. Capoluoghi di provincia italiani dove sono stati superati i limiti normativi di particolato atmosferico (PM10) e ozono (O3) nelle città

 

Torino guida la classifica stilata da Legambiente con il record più negativo: ben 112 giorni con livelli di inquinamento atmosferico superiori al limite consentito. Seguono Cremona (105giorni), Alessandria (103), Padova (102), Pavia (101), Asti  (98),  Milano (97), Venezia (94) e Frosinone (93). Quest’ultima risulta essere, peraltro, la prima città del Centro Italia per numero di giorni con livelli di inquinamento atmosferico superiori al limite consentito. L’allarme circa i livelli di inquinamento atmosferico in Italia proviene anche dall’AEA, la quale sottolinea che almeno 17 città, nel nostro Paese, figurano tra le prime 30 città più inquinate in Europa. I valori peggiori relativi alla concentrazione media annuale di polveri sottili (Pm10) si registrano a Torino (39 microgrammi/μg/m3di Pm10), Milano (37 μg/m3),  Napoli (35 μg/m3) e Roma  (28 μg/m3). Secondo l’Agenzia, sono almeno 400 mila le morti premature dovute ogni anno, in Europa, alla pessima qualità dell’aria. E l’Italia risulta essere tra i Paesi europei caratterizzati dai più bassi livelli di qualità dell’aria. A questo proposito, l’Agenzia sottolinea che nel nostro Paese, ogni anno, si registrano 90 mila morti premature, il 98% delle quali interessano bambini, più vulnerabili, rispetto agli adulti, all’esposizione a livelli elevati di polveri sottoli. In particolare, la Pianura Padana figura tra le aree europee con la più elevata concentrazione di PM10 (Figura 3).

 

Figura 3. Concentrazioni di PM10 in Europa 

 

L’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno di numerose morti e di notevoli costi economici e ambientali. Si stima che, considerando le giornate lavorative perdute per problemi di salute legati all’inquinamento atmosferico, a livello europeo, si perdano 28 miliardi di euro ogni anno. Significativo è inoltre l’enorme impatto ambientale di cui è responsabile l’inquinamento atmosferico, su ecosistemi, suolo, laghi e fiumi, e, di conseguenza, anche sulle produzioni agroalimentari.


Fonti per approfondire:

  • Air quality in Europe 2018 report. EEA Report No 12/2018;
  • Rapporto Mal’Aria 2018 – L’Europa chiama, l’Italia risponde?”. Legambiente.

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L’Università di Bologna partecipa al progetto europeo “LOOP-Ports – Circular Economy Network of Ports”

Il Centro interdipartimentale di ricerca per le scienze ambientali del Campus di Ravenna dell'Università di Bologna è tra i partner del progetto pensato per facilitare la transizione verso una economia più circolare nel settore portuale


Anche l’Università di Bologna attraverso il Centro interdipartimentale di ricerca per le scienze ambientali (Cirsa) del Campus di Ravenna partecipa al progetto europeo "LOOP-Ports – Circular Economy Network of Ports", coordinato dalla Fundación Valenciaport e finanziato dall'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) attraverso l'iniziativa EIT Climate-KIC. L'obiettivo principale del progetto LOOP-Ports, che verrà sviluppato in più di due anni, è facilitare la transizione verso una economia più circolare nel settore portuale, dove i prodotti, i materiali e le risorse non siano considerati rifiuti ma possano diventare modelli di business sostenibili e replicabili in porti con caratteristiche simili. Questo progetto contribuirà alla transizione dell'economia europea verso sistemi a circuito chiuso attraverso la creazione di una rete di economia circolare nei porti, che fornirà un sistema di innovazione attorno all'attività portuale e stimolerà le iniziative di economia circolare nei porti. La rete si concentrerà su materiali ad alto potenziale, principalmente metalli, plastica, cementi e biomateriali.
Questo network di porti faciliterà lo scambio di esperienze e di buone pratiche, fornirà raccomandazioni e strategie, promuoverà la formazione e, non ultimo, nuove iniziative commerciali sia nei cluster portuali che in altri ambiti legati a questo settore.

LOOP-Ports coinvolge 13 partner di 6 Stati membri dell'UE (Spagna, Italia, Francia, Germania, Danimarca e Paesi Bassi): Fundación Valenciaport (coordinatore); EIT Climate-KIC S.L; Climate-KIC S.r.l; Climate-KIC GmbH; Danmarks Tekniske Universitet (DTU); NTU International A/S; Nederlandse Organisatie voor Toegepast Natuurwetenschappelijk Onderzoek (TNO); Università di Bologna; Universität Hamburg; Universidad Politécnica de Madrid; Universitat de València; Eco Environnement Ingenièrie (2EI) e Veolia Innove.

Il progetto prevede il coinvolgimento del Centro per l’innovazione di Fondazione Flaminia, ente gestore del Tecnopolo di Ravenna, che promuoverà il collegamento tra i portatori di interesse del territorio.


Fonte

Ufficio Stampa
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

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ØsterGRO: una fattoria sostenibile su un tetto di Copenaghen

A Copenhagen, in Danimarca, c'è una fattoria urbana, piccolo modello di agricoltura sostenibile. È realizzata sul tetto di un edificio commerciale, si chiama ØsterGRO.


Costituita inizialmente da un grande orto di 600 mq, ha visto poi aggiungersi un pollaio e un piccolo ristorante. L'esperienza orticola, avviata sul tetto per iniziativa di Kristian Skaarupe e inizialmente coordinata dall'architetto del paesaggio Sofie Brincker, si è poi avvalsa della professionalità dell’italiana Teresa Fresu, agronomo che ha svolto la tesi di agraria proprio sull'agricoltura urbana, alla scuola di paesaggio di Versailles (ENSP) e ha lavorato anche in Argentina su questo tema.
Dalle iniziali 16 famiglie del 2014 aderenti all'urban farm si è passati a 40 famiglie nel 2015, mentre oggi circa 200 iscritti sono in lista di attesa.  È stata creata anche una partnership con una azienda agricola periurbana, a sud di Copenaghen. Mentre Østergro si concentra sulla produzione di erbe aromatiche, insalate, verdura da taglio, fragole, pomodori e peperoncini, l’azienda agricola produce ortaggi "pesanti", cioè tuberi, carote, barbabietole, ecc. Si tratta di una produzione alimentare non tradizionale, resiliente, supportata dalla comunità di persone che condividono i canoni del Km zero. L'hardware, spiega Fresu, costituito dalla struttura edilizia, dal terreno, che utilizza anche il riciclo degli scarti organici prodotti sul tetto e dalle tecniche agronomiche, non conterebbe nulla senza il software: le persone che aderiscono e partecipano al progetto, una piccola comunità che si sposta in bicicletta trasportando sulle cargo bike la verdura ritirata nella fattoria.

La cronistoria e i particolari del progetto nel Pdf  “Agricoltura urbana a Copenaghen: la fattoria sul tetto” sotto allegato.


Fonte: Argav