Caccia al topo una storia di uomini, animali, trappole e amicizie di Daniele Zovi

UTET, Milano, aprile 2023

pagine 208, prezzo di copertina € 17,00

ISBN 9791221205992

In questo libro l’autore si muove con cautela tra emozioni diverse: rabbia, frustrazione, disappunto, ma, alla fine è pervaso da affetto, tenerezza e anche stima per quei piccoli prolifici mammiferi che chiamiamo in Veneto muriciole ovvero topolini.

Certo non è piacevole trovare le “cacchette” sul pavimento di casa. Sul tavolo la melograna portata da Israele dalla padrona di casa come icona di abbondanza, sventrata e i semi sparsi dappertutto. Il disappunto impone di intervenire con ogni mezzo disponibile e di trappole ce ne sono di ogni tipo.

Nell’individuare la trappola più efficiente, l’autore riflette sulle modalità di caccia e uccisione di tante specie animali di piccola e grossa taglia dalla lepre al capriolo. Sottolinea i metodi di allevamento macellazione. Si pone, e pone al lettore, una serie di domande relative alla necessità o meno della caccia e sulla necessità o meno dell’allevamento intensivo. E’ ben vero che gran parte del mondo animale è predatore ma, considerazione quasi ovvia, caccia per necessità, per sfamarsi. Così facevano i nostri progenitori, così fanno i felini allo stato selvatico. Ma nessun animale caccia per sport. La caccia rimane ancora un’attività legale regolata da molte norme tra cui la caccia di selezione basata sul censimento degli individui di una certa specie presenti in una determinata area. La legge sulla caccia prevede la tutela di mammiferi e uccelli con l’elenco di tutte le specie. Vengono esplicitamente esclusi dalla tutela i ratti, i topi, le talpe e le arvicole. Lascia quindi mano libera di ucciderli con qualsiasi mezzo, dalle trappole, ai bocconi avvelenati, al mastice che imprigiona le eleganti zampette senza possibilità di scampo.

Di fronte ai primi topi catturati, l’autore si sente sollevato per non aver infranto alcuna norma, ma angustiato. Certo che diritto aveva di togliere la vita a quei piccoli esseri? Avrebbe potuto trovare altra soluzione?

L’autore da forestale non manca di sottolineare che possono essere ben altre le strategie per riportare un equilibrio naturale tra cui l’introduzione di specie predatrici. Fa l’esempio della foresta del Cansiglio, il bosco da remi della Serenissima ora parco regionale, dove i cervi si sono moltiplicati tranquillamente brucando anche i teneri germogli dei faggi che da secoli perpetuavano la faggeta. La soluzione arriva da un predatore, il lupo, che a poco a poco forma un’efficiente squadra in grado di riportare l’equilibrio. I cervi ci sono ancora ma anche il loro predatore come in tutti gli ambienti naturali.

Ma la casa di montagna dell’autore è un rifugio troppo accogliente e dopo non troppo tempo le tracce degli ospiti sono ancora presenti. E soprattutto c’è quello sguardo attento, furbo e tuttavia prudente che lo ha incantato la prima volta salendo le scale. Quelle movenze eleganti e scattanti, quella capacità di prendersi gioco delle trappole, fa cambiare atteggiamento all’autore-osservatore. Che, caparbio si mette alla ricerca di una trappola che non determini la morte della creatura ma solo la cattura. L’epilogo è davvero consolante. A quel topolino sì proprio quello, con gli occhietti furbi, quello che sicuramente ha comunicato con l’essere umano viene data una possibilità di tornare nei boschi a nutrirsi di bacche e ad essere preda di qualche predatore come natura vuole.

Zovi, coinvolge il lettore in una sua particolare esperienza da cacciatore diventa scacciatore, nel contempo ci lascia una lunga serie di domande.

Abbiamo davvero il diritto di uccidere gli animali, come facciamo sia per nutrirci sia per difenderci sia, addirittura, per divertirci? Perché, però, amiamo i nostri animali domestici quasi fossero persone? Quali sono i diritti e i doveri degli esseri umani nei confronti dei loro compagni di ecosistema? Il nostro comportamento individuale può davvero fare la differenza a cominciare dal rispetto per l’ambiente nel suo insieme di animali e vegetali.

Alberta Vittadello

Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente Facebook

Il canto selvatico

di Sigurd F.Olson,
traduzione di Sara Reggiani

Casa editrice Piano B 2023
Pagine 208
18 euro

“La conservazione di acque, foreste e vita selvatica ha a che fare con la conservazione dello spirito umano”, scrive Olson.

Sigurd F. Olson (Stati Uniti 1899 – 1982) nel 1964 partecipò alla creazione del Wilderness Act, atto con cui venne codificato il concetto che la wilderness è come “una zona dove la terra e la relativa comunità vivente non sono ostacolate dalla presenza dell’uomo; in cui l’uomo stesso è un ospite che non rimane, ma se ne va subito”. Si batté tutta la vita per la difesa della natura dall’uomo suo predatore.
Per più di trent’anni è stato una guida nei laghi e nelle foreste della regione del Quetico-Superior, tra lo Stato del Minnesota e quello canadese dell’Ontario. In quelle zone nordiche di confine è ambientato questo libro, sua prima opera. Comparso negli Stati Uniti nel 1956, è ora pubblicato in Italia. “Il canto selvatico appartiene al richiamo della strolaga, allaurora boreale e ai grandi silenzi di un territorio che si estende a nordovest del lago Superiore. Riguarda le piccole gioie, l’immutabilità e un senso della prospettiva rintracciabili in uno stile di vita legato al passato”. Si apre così il libro. Olson ha maturato l’idea che la natura trasmetta esperienze spirituali che l’uomo contemporaneo ha ormai perso per la sua vita sempre più movimentata se non frenetica. Il “Canto selvatico” è l’elegia della natura e di tutti i suoi elementi visti e sentiti durante il suo viaggio raccontato nello scorrere delle stagioni dalla primavera all’estate. Paesaggi, suoni, animali, spettacoli diversi a seconda della stagione. I venti di marzo, le melodie dei tordi simili a note gorgoglianti che ricordano il fluire dell’acqua prima delle piogge a metà aprile; il coro delle strolaghe, la Pasqua nella prateria traboccante del canto di migliaia di uccelli in armonia col suono dell’organo della chiesa che faceva un tutt’uno con l’ambiente fuori….In estate i viaggi in canoa, la magia della luna, fruscii, colori, odori, voli d’uccelli, l’incantesimo del silenzio all’alba; l’autunno tra oche selvatiche e scoiattoli, fino all’inverno e al suggestivo impatto coi lupi grigi e ancora gli splendidi panorami selvatici, immagini estatiche che evocano sensazioni profonde che solo una natura incontaminata può trasmettere.

Etta Artale

Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente Facebook

LE MANI SULLA GUARDIA COSTIERA

di Nello scavo

Casa editrice Chiarelettere 2023
Pagine 200
Brossura
€15.00

Attorno alla Guardia costiera si addensa sem­pre più fitta un’impenetrabile coltre di nebbia: alle domande di giornalisti e magistrati che si sollevano ciclicamente dopo l’ennesima strage di migranti, si contrappone infatti un silenzio totale su responsabilità, catene di comando, origine degli ordini. Ai danni di questa gloriosa istituzione italiana, capace ne­gli anni di salvare migliaia di vite, si sta infatti combattendo oggi una battaglia tutta politica finalizzata a minarne l’autonomia e a eroderne le competenze per mero consenso elettorale. Svelare questi intrighi di palazzo è però solo il punto di partenza di una complessa inchiesta che abbraccia una partita assai più ampia e che coinvolge mafie mediterranee, oligarchi russi, trafficanti di uomini e contrabbandieri di petrolio, per un giro di affari di miliardi di euro. Nello Scavo ricostruisce…(continua a leggere).