L’apocalisse di Lucrezio

Politica, religione, amore
di Ivano Dionigi

Raffaello Cortina Editore, Ottobre 2023
Collana Letture, pp.208
€ 13,30

Il messaggio rivoluzionario di Lucrezio nella Roma conservatrice del primo secolo avanti Cristo è ancora oggi attuale. Questa la tesi di Ivano Dionigi.

“Oggi… torno di nuovo al mio amore” – scrive nel prologo l’autore – “a riprova che Lucrezio non basta mai o che forse sono affetto da una inguaribile mania”. Infatti “Teologia e religione in Lucrezio ed Epicuro” era stata la sua tesi di laurea, negli anni settanta. L’oggetto della ricerca si sviluppò in un lavoro prettamente concettuale, quasi filosofico, su un duplice binario: il confronto tra l’allievo Lucrezio e il maestro Epicuro, ovvero in generale un confronto tra Roma e Atene ma più specificamente tra il passato e il presente. Dionigi si interroga se questo suo nuovo bisogno di contatto intimo con Lucrezio antagonista e iconoclasta di qualunque autorità religiosa, politica, morale, linguistica, filosofica, non nasca dalla sua modernità. “È il sentimento cosmico e razionale di Lucrezio in sintonia coi nostri tempi?
Il libro si sviluppa su questa ricerca. La conclusione è che la scienza della natura di Lucrezio ha aperto le oscure gabbie mentali del mondo conservatore della Roma del primo secolo avanti Cristo, disvelando come ignoranza e superstizione siano causa di infelicità e oscurantismo in politica, religione, amore. L’autore riflette sulla modernità della concezione cosmica in Lucrezio per il quale noi uomini, fatti di atomi come tutto il resto dell’universo, siamo ben piccola cosa; sulla paura della morte che è causa della nevrosi del potere politico ed economico perseguito attraverso ingiustizie sociali, sopraffazioni, delitti, guerre, nel miraggio di allungare la vita, sopravvivere o fuggire dalla morte. “La grande rimozione” è il titolo del bel capitolo, l’ottavo, dedicato proprio alla magna questio della morte in Lucrezio, che Dionigi raffronta con il sentire e l’agire dei nostri giorni. Interessante è, ad esempio, l’annotazione sul binomio morte-potere sviluppato da Elias Canetti nel libro “Massa e Potere” (1960). E la modernità di Lucrezio Dionigi la vede anche nella tragica descrizione della Peste di Atene, nella parte finale del poema, con gli stessi smarrimenti e traumi della nostra recente drammatica pandemia. Nell’appendice del libro le interessantissime affinità elettive tra Lucrezio e Dante, tutti e due poeti del cosmo e dell’invisibile: Lucrezio sulla scia di Empedocle ha messo in versi la fisica, descrive gli atomi e il vuoto, mentre Dante il sacro, l’aldilà coi suoi dannati e salvati. Sono tutti e due poeti della conoscenza: Lucrezio vuole indagare l’universo tramite la scienza della natura, Dante, pur teso alla conoscenza di Dio, è tentato “a seguir virtute e conoscenza” come Ulisse. Altra analogia riguarda le loro vite. Lucrezio sconfessato dai suoi contemporanei, fu accusato falsamente da san Girolamo di essere suicida per amore, fu ignorato per molti secoli. Dante fu messo all’indice (Monarchia) ed esiliato. Soprattutto la novitas linguistica accomuna i due poeti e l’autore ne fa una incisiva analisi.
Il saggio di Dionigi è profondo e di agevole lettura nello stesso tempo. Un invito a leggerlo e a rileggere o leggere per la prima volta il De rerum natura. L'”Io annuncio cose nuove” di Lucrezio conserva la sua attualità e, come è scritto nella quarta di copertina, parla ancora di noi e a noi.

Etta Artale

Centro studi l’Uomo e l’Ambiente Facebook

Sii te stesso a modo mio

di Matteo Lancini

Raffaello Cortina Editore, Milano 2023. Pagine 208 Prezzo di copertina €14.00

ISBN 9788832855524 Formazione Psicologia

Contraddizioni: la lettura di questo testo ci mette di fronte a una babele di contraddizioni che alimentano incertezza, frustrazione, fragilità. Tutti elementi propri della generazione di genitori nati dagli anni 80 dello scorso secolo. No, non solo genitori, di questa atmosfera contraddittoria è intrisa la classe docente e l’ambiente sportivo frequentato dai bambini fin dalla più tenera età.

Perché sottolineo contraddizioni? Basta avere esperienza delle realtà citate, famiglia, scuola, palestre, campi da gioco e così elencando per comprendere che i nostri futuri cittadini sono sottoposti a giudizi e pressioni che li segneranno dal punto di vista della personalità, autostima o disistima. Per contro si enuncia a parole la necessità di permettere ai ragazzi di esprimersi di manifestare i propri talenti e di perseguire i propri obiettivi salvo poi bloccarli e influenzarli con le aspettative degli adulti di riferimento.

Qualche esempio portato dallo stesso autore: nella scuola primaria dovrebbe contare più l’educazione che il merito ma a dispetto delle asserzioni scritte nei vari documenti e Piani di Offerta Formativa troviamo docenti che premiano una paginetta ben fatta con uno smile regale, ovvero con corona, o con uno smile di disappunto, oppure nessuno smile. Senza pensare all’emozione per non dire sofferenza di quella bambina o bambino che non hanno avuto alcun merito. Cosa conta quindi? La performance o l’espressione di sé stessi? Se si è immersi in una società narcisista, dove si deve sempre emergere ed essere protagonisti è difficile curare le relazioni, immedesimarsi nell’altro.

Fermiamoci ad assistere a una partita di calcio tra pulcini, dai 6 ai 7 anni. Attorno al campo ci sono i genitori che tifano e ci sta! Non dovrebbero starci invece le incitazioni e i suggerimenti urlati dal coach spesso poco equilibrati. O a un allenamento di danza ritmica: tre ore di fatica intensa, correzioni, ripetizione di movimenti fino ad ottenere la perfezione.

Parlando di Inclusione viene spontaneo dire che “il giudizio” qualunque esso sia è escludente per definizione, il giudizio taglia fuori dal gruppo, in base al merito o demerito. E quindi si diventa oggetto di derisione, strumentalizzazione o peggio di bullismo.

E come ben si vede gli adulti cresciuti a cavallo tra lo scorso secolo e l’attuale o se vogliamo tra il prima e dopo internet, sono genitori confusi desiderosi di vedersi realizzati nei figli cercando di ottenere da loro quello che non sono riusciti a realizzare per se stessi.

Confusi e contraddittori sono i genitori, i docenti e anche i personaggi perennemente presenti in rete e sui social ma che nel contempo demonizzano il web e il suo utilizzo da parte degli adolescenti.

Su questo l’autore è intransigente: non si può contrastare lo sviluppo tecnologico! La rete è uno strumento ed è indispensabile saperlo usare, per non caderci dentro!

I genitori hanno paura del mondo esterno dei rischi che un adolescente può correre frequentando un parco pubblico o andando a scuola a piedi da solo, e allora? L’adolescente sta meglio nella sua stanzetta davanti a un monitor, a 15 anni è un campione nei videogiochi e …ne sa pure programmare! Ma l’adulto ha paura anche di questo come dell’Intelligenza Artificiale. Unica possibile strada è la conoscenza, imparare insieme ai ragazzi, star loro vicini prendendoli per mano ma lasciandoli scegliere la propria strada.

Considerazione finale di una lettrice che ha vissuto quarant’anni nella scuola.

Usare il termine narcisismo riferito genericamente a questa società è rischioso: vero è che l’attuale società ha bisogno di ricreare condivisione, empatia, relazionalità, può riuscirci camminando insieme. Senza scomodare la patologia psichica che fortunatamente non è la regola.

Alberta Vittadello

Giù nella valle

di Paolo Cognetti, Einaudi editore
2023 Supercoralli, pp.128
€ 16,00

“Ci sono animali liberi, cupi e selvatici, altri che cercano una mano morbida e un rifugio. In mezzo, tra l’ombra e il sole, scorre il fiume. I due fratelli sono Luigi e Alfredo, un larice e un abete: a dividerli c’è una casa lassú in montagna, ad avvicinarli il bancone del bar. E poi Betta, che fa il bagno nel torrente e aspetta una bambina. In questo romanzo duro e levigato come un sasso, Paolo Cognetti scende dai ghiacciai del Rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle….”

continua a leggere

Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente Facebook