Premio letterario Green Book: i cinque finalisti scelti

Il Premio Green Book, giunto alla sua seconda edizione, si propone di favorire le produzioni editoriali che raccontano e analizzano il mondo della green economy.

La Giuria del Premio, riunitasi lo scorso 5 marzo, ha selezionato i 5 titoli che accederanno alla fase finale. I titoli scelti sono:

• Simone Angioni, Stefano Bertacchi, Ruggero Rollini, Quello che sai sulla plastica è sbagliato (Gribaudo)

• Leonardo Becchetti, Guarire la democrazia (minimum fax)

• Serenella Iovino, Gli animali di Calvino (Treccani)

• Gianluca Lentini, La Groenlandia non era tutta verde (Egea)

• Massimo Zamboni, Bestiario selvatico (La nave di Teseo)

Il Premio entra ora nella fase finale: le 5 opere saranno esaminate dalla Giuria dei Lettori, composta da imprenditori, docenti, rappresentanti delle associazioni di categoria e giovani laureandi, chiamati a partecipare alla votazione per decretare i vincitori del Premio il 6 aprile 2023 a Parma in occasione del Festival della Green Economy (maggiori dettagli sul sito https://www.greenweekfestival.it/)

La Pagina web del Premio

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Giornalisti e sicurezza alimentare: vademecum per una corretta comunicazione

da Georgofili Info

Un incontro il 28 marzo 2024 dalle ore 14.00 alle 17.00
Firenze – Accademia dei Georgofili
Accademia dei Georgofili e Fondazione OdG Toscana

Nel nostro Paese si parla spesso sui giornali, in televisione e sui social network di Sicurezza Alimentare senza tuttavia conoscere il significato reale della locuzione, talvolta utilizzato fuori luogo. Nel linguaggio italiano il termine Food Safety – garanzia di cibo sano ed igienicamente controllato – viene spesso confuso con Food Security – certezza nella disponibilità di alimenti – ovvero la disponibilità di cibo in un Paese (in un’area geografica) e la capacità degli individui al suo interno di potersi permettere e procurare prodotti alimentari adeguati.

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Pomodoro Siccagno: strategia intelligente per valorizzare la biodiversità e ridurre il consumo idrico

di Vincenzo Matteliano (da Georgofili INFO)

Nel panorama agricolo in rapida evoluzione, l’adattamento alle mutevoli condizioni climatiche è diventato imperativo. Il cambiamento climatico ha portato a un aumento delle temperature globali, alterando i regimi delle precipitazioni e rendendo sempre più frequenti gli eventi meteorologici estremi. In questo contesto, l’agricoltura è chiamata a rivedere le sue pratiche per garantire un processo virtuoso che porti alla risoluzione di queste problematiche.
Una delle sfide più pressanti è rappresentata dalla siccità, che colpisce vaste aree agricole, mettendo a rischio la produzione alimentare e la sostenibilità ambientale. In risposta a questa sfida, l’utilizzo di varietà resistenti alla siccità si configura come una strategia chiave per preservare la produzione agricola e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
Ed è quello che hanno fatto gli agricoltori della cooperativa Rinascita Valledolmo dell’entroterra siciliana per la coltivazione del pomodoro.
Il pomodoro, una coltura versatile, offre una biodiversità ricca di risorse genetiche, una vera risposta alle sfide della siccità in un mondo in rapido cambiamento climatico. La diversità genetica del pomodoro diventa cruciale per la creazione di varietà più resistenti e adattabili agli ambienti aridi.
In questo contesto gli agricoltori siciliani coltivano il pomodoro senza apporto di acqua, un metodo di coltivazione che prende il nome di “siccagno”. Una innovazione del tutto rivoluzionaria. Questo tipo di coltivazione necessita di varietà resistenti alla siccità, e grazie a un produttore di Villalba che conservava delle sementi antiche della varietà autoctona “Pizzutello”, oggi presidio Slow Food, si è dato vita alla coltivazione del pomodoro in assenza di apporto irriguo.
Il “Pizzutello” si distingue per alcune caratteristiche chiave. La sua efficienza nell’uso dell’acqua, radici più profonde e tolleranza al calore lo rendono ideale per affrontare le sfide climatiche.
Questa coltivazione innovativa si basa su pratiche agronomiche oculate, rotazioni triennali e l’uso di varietà locali. La piantumazione, coltivazione e raccolta a mano minimizzano le operazioni meccaniche, riducendo le emissioni di CO2 e preservando la fertilità del suolo.
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