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La leggenda dimenticata: i sentieri incantati delle Dolomiti d’Ampezzo

IIlustrato da Anna Bianchi (la Stria)


I disegni della “Stria” e il titolo che parla di leggenda, potrebbero fra pensare a un libro per bambini: invece no! È  un libro dedicato a tutti gli adulti che sanno sognare, che sanno ancora cogliere nel silenzio di un bosco le emozioni dei bambini, che sanno vedere in una nuvola un personaggio fantastico.

Per un contabile abituato fin da piccolo ad aggrapparsi ai numeri, prima per non soffrire, poi per guadagnarsi da vivere, c’era poco spazio per la fantasia, ma un bel giorno!  Sì proprio così, un bel giorno il protagonista ritrova rituali e leggende tramandate oralmente dai suoi genitori e comincia a vedere oltre la realtà. I personaggi di questa fantastica storia lo aiuteranno a intraprendere il viaggio alla scoperta di se stesso, alla riscoperta di quel bambino che aveva smesso di sognare quando una frana gli aveva portato via per sempre i genitori. E Christian Lares, questo è il nome del protagonista si era rifugiato nei numeri prima  e nel lavoro poi.

Questo libro insegna a non smettere mai di sognare, a non chiudere mai la porta a quei personaggi che ci hanno accompagnati da piccoli, la marmottina delle nostre notti infantili, i signori delle Nuvole, le Anguane e le Dame del Fuoco.

Attraverso personaggi fantastici  e leggende tradizionali  la scrittrice ci accompagna nelle Dolomiti d’Ampezzo disegnando una carta geografica inusuale e piacevole, tutta da percorrere. I disegni di Anna Bianchi, La Stria (in ladino Strega) accompagnano e incantano il lettore attraverso i colori e i particolari.

Questo libro è un’opera d’arte, di più, è una galleria d’arte: grafica, pittorica, poetica.

Alberta Vittadello

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Il web è nostro: guida per ragazzi svegli

 Collana  “Capire con il cuore” 


Nella ragnatela il ragno cattura il suo cibo, ma qualcuno trova la sua fine.  Riflettendo sul significato di WWW, l’acronimo di World Wide Web, ovvero ragnatela estesa in tutto il mondo, vogliamo e dobbiamo riflettere sul nostro ruolo: sarà quello del ragno o della mosca che ne resta invischiata?

Il testo è dedicato ai ragazzi digitali, ma è lettura molto importante anche per le generazioni che ora sono nonni, insegnanti, educatori e genitori dei ragazzi digitali.  L’autrice scrive espressamente per i ragazzi, lo dimostrano il linguaggio semplice e diretto, l’uso di immagini vicine agli adolescenti, i riquadri esplicativi, i quiz con relative soluzioni, il passaporto del buon cittadino digitale, che ciascun lettore può conquistarsi. L’adulto che legge questo manuale di sicurezza nel Web, trova la terminologia, i richiami normativi, i suggerimenti, per stare accanto al proprio figlio/nipote/alunno, senza apparire fuori luogo e datato.

Parlando con un tredicenne non si può non sconoscere il significato di taggare, pinnare, twittare, è necessario confrontarsi usando lo stesso linguaggio. L’unica differenza sarà sempre l’esperienza e il buon senso che governa l’adulto.

È essenziale che la generazione dei genitori giovani, trentenni e quarantenni, usino quel buon senso e quella prudenza che il figlio tredicenne non può avere per ragioni anagrafiche. Per questo sono necessarie conoscenza e consapevolezza. Spesso questi genitori giovani si considerano digitali ma sostanzialmente sono fruitori di nuove tecnologie non sempre con la completa conoscenza della rete e dei suoi strumenti. Sono proprio questi genitori che postano su whatsApp la foto dei loro figli piccoli senza pensare che sono in rete e che foto e conversazioni restano nel Web, non li vede solo la nonna!

Saper usare il web è una competenza che si acquisisce con il tempo: sia da parte degli adulti sia dei ragazzi. È importante far diventare la rete un’opportunità e non una trappola. Questo manuale si rivela strumento utile perché in modo semplice, diretto e chiaro, fornisce informazioni, consigli ai nativi digitali e alle generazioni precedenti.

A. Vittadello

 

 

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FORTI E POSTAZIONI DELLA GRANDE GUERRA

30 itinerari scelti in Pasubio, Altipiani-Otigara, Valsugana, Panarotta, Lagorai Occidentale, Val Cismon, Monte Grappa, Dolomiti Agordine, Tofane-Lagazuoi-Col di Lana, Lagorai Orientale-Passo Rollei


La storia e la memoria rivissuta contraddistinguono gli esseri umani dagli altri esseri viventi. Le celebrazioni che si susseguono a partire dal 2014 e continueranno fino al novembre del 2018, data in cui si ricorderà il centenario della fine del conflitto, servono a conservare la memoria e onorare le centinaia di migliaia di giovani, che, sotto diverse bandiere, hanno lasciato la loro vita per una causa spesso non compresa né condivisa. La Grande Guerra o la preparazione ad essa ha dato avvio alla costruzione di Forti e Postazioni di difesa davvero importanti per numero e per grandezza. Lo si capisce dal sottotitolo come gran parte delle Dolomiti, dell’asiaghese e del cadorino siano protagonisti di questo processo che ha pesato dal punto di vista dell’impatto ambientale e che, attualmente, grazie al recupero, sta diventando un vasto museo all’aperto che permette un ricordo attivo perché i 30 itinerari sono facilmente raggiungibili e riconoscibili ma soprattutto perché ciascun itinerario riporta sintesi storica degli avvenimenti ivi accaduti: la vacuità delle fatiche, le offensive e le controffensive, gli errori strategici o ancor peggio l’assenza di strategie con cui si mandavano allo sbaraglio e senza copertura difensiva soldati da entrambe le parti.

Ciascun itinerario riporta i dati essenziali quali accesso, difficoltà, dislivello, tempi di percorrenza, punti di appoggio e cartografia. Un testo di storia che accompagna l’escursionista in un sacrario tra le montagne più belle e sofferte. Alberta Vittadello