Save the Children: dieci risultati positivi nel 2023 per i bambini nel mondo

Da un comunicato dell’Ufficio Stampa di “Save the Children”

Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, pubblica un elenco dei più grandi traguardi positivi raggiunti per le bambine e i bambini durante tutto il 2023.

1) L’ONU riconosce il diritto dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile

Una grande vittoria per i bambini attivisti impegnati nella difesa dei diritti dell’infanzia (alcuni dei quali sostenuti da Save the Children e dai suoi partner): il Comitato sulla Convenzione dei diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite ha riconosciuto il diritto delle bambine e dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile. I governi dovranno riconoscere che l’inattività sulla crisi climatica è una violazione dei diritti dell’infanzia, saranno costretti a tenere conto delle preoccupazioni per il clima nel loro impegno per proteggere i diritti dei bambini e responsabilizzare e proteggere i giovani attivisti grazie al documento delle Nazioni Unite pubblicato ad agosto che ha una portata storica.

2) Centinaia di bambini salvati dalla polmonite in Kenya grazie a una collana intelligente

Un’innovativa collana di perle sta rivoluzionando la diagnosi e il trattamento della polmonite per i bambini che vivono in aree remote del Kenya. La collana, nei primi 10 mesi di quest’anno, ha salvato quasi 200 vite. Questa soluzione a basso costo, contro il principale killer infettivo dei bambini sotto i cinque anni, aiuta a colmare il divario sanitario, offrendo un barlume di speranza nella regione di Turkana, nel Kenya nordoccidentale, dove l’accesso alle strutture sanitarie e alle forniture mediche è limitato. Il progetto “Beads by Breath” di Save the Children e partner[1] quest’anno, ha facilitato la diagnosi, il trattamento o il trasferimento alle cliniche sanitarie di 198 bambini affetti da polmonite. I volontari sanitari della comunità utilizzano le perline per contare e rilevare una rapida immissione di respiro, che è un primo segnale di allarme della malattia.

3) Save the Children e i suoi partner in Sud Sudan hanno reso possibile il ricongiungimento di 7.000 bambine e bambini separati dalle loro famiglie a causa del conflitto  

Simon*, 13 anni, è stato separato dalla sua famiglia quando sono scoppiati i combattimenti in Sudan all’inizio di quest’anno. È fuggito da solo fino al confine con il Sud Sudan, dove l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) lo ha indirizzato a Save the Children. I membri dello staff di Save the Children sono recentemente riusciti a ricongiungerlo con suo fratello Samuel* (adulto) dopo tre mesi di separazione dai membri della famiglia. Con questo ricongiungimento, sono arrivati a 7mila i ricongiungimenti totali di bambini facilitati dall’Organizzazione in Sud Sudan dal 2017. “Quando abbiamo saputo che Simon* aveva lasciato la nostra casa a Khartoum, la gente che ci ha fatto arrivare il messaggio era particolarmente preoccupata. Sarebbe potuto succedere qualcosa di brutto. Poteva essere stato rapito o ferito o qualcosa del genere, eravamo molto preoccupati fino a quando non abbiamo ricevuto la notizia che aveva raggiunto Renk ed era stato accolto da alcune persone che si stavano prendendo cura di lui” ha raccontato Samuel*. “Siamo molto felici di rivedere [nostro] fratello che si era perso e non si sapeva dove fosse”.

4) Le api aiutano le comunità remote delle Isole Salomone ad affrontare l’impatto del cambiamento climatico

Le api stanno aiutando a ripristinare gli ecosistemi e a sostenere i redditi delle famiglie nelle Isole Salomone grazie a un nuovo programma innovativo di Save the Children e dell’organizzazione locale Mai-Ma’asina Green Belt. Il progetto prevede la formazione degli agricoltori locali, in particolare donne e giovani, affinché si prendano cura delle api e possano diversificare il loro reddito abbandonando pratiche agricole dannose per l’ambiente come il disboscamento e passando alla produzione di miele da vendere nei mercati locali. A loro volta, le api impollinano anche le mangrovie che immagazzinano carbonio, producono cibo e fungono da ammortizzatori naturali contro cicloni e tempeste e proteggono le aree costiere, insieme alla fauna selvatica e a risorse alimentari come pesci e granchi. Le Isole Salomone sono uno dei luoghi più vulnerabili al mondo a causa dell’innalzamento del livello del mare e di altri eventi meteorologici estremi, che causano il danneggiamento delle scorte di cibo e determinano un’emergenza fame tra i bambini e le loro comunità.

5) Migliore tutela della salute mentale dei bambini nelle Filippine

Dopo mesi di campagna da parte di Save the Children e di altre ONG, a settembre il Senato filippino ha approvato un disegno di legge in terza lettura per migliorare l’assistenza e i servizi per supportare la salute mentale dei bambini. Il Basic Education Mental Health and Wellbeing Promotion Act – o disegno di legge del Senato numero 379 – prevede investimenti per i servizi di salute mentale nelle scuole, compresa l’assunzione di più personale di supporto per la salute mentale e la garanzia che ogni scuola del paese disponga di un centro di assistenza. I bambini avranno anche l’opportunità di partecipare alla definizione del programma attraverso consultazioni con i responsabili politici che se ne occupano. All’inizio di quest’anno, Save the Children ha lanciato un allarme per il numero drammatico di tentati suicidi e di suicidi tra gli studenti filippini nell’anno accademico 2021-2022. Secondo i dati del governo, infatti, 404 studenti sono morti e, nello stesso periodo, addirittura 2.147 studenti hanno tentato il suicidio.

6) I parti cesarei resi possibili per la prima volta nel campo profughi del Ruanda, che hanno salvato la vita a 200 bambini e migliorato la loro salute e quella delle loro madri

Prima dell’apertura di un centro medico nel campo profughi II di Mahama ad aprile di quest’anno, tutte le donne che si trovavano ad affrontare complicazioni ostetriche d’emergenza venivano trasferite in un ospedale a Kirehe, una città a circa 35 km di distanza raggiungibile attraverso strade sterrate ed estremamente accidentate, con un viaggio di circa 1 ora e mezza. Molte donne avrebbero rischiato di arrivare in ospedale in fase avanzata di travaglio o di partorire durante il viaggio, mettendo a rischio la propria vita e quella del nascituro. Grazie al nuovo centro medico gestito da Save the Children, che è in grado di sostenere fino a tre parti cesarei al giorno per le donne rifugiate e provenienti dalle comunità vicine, è stata salvata la vita di almeno 200 bambini.

7) Le serie web promuovono discussioni positive sulla vita LGBTQI+ in Nepal

 All’inizio di quest’anno è stata lanciata una serie web unica nel suo genere, “Becoming”, realizzata da e con membri della comunità LGBTQI+ in Nepal e supportata da Save the Children e dall’organizzazione nepalese LGBTQI+ Blue Diamond Society. La serie mirava ad esaminare il modo in cui i giovani LGBTQI+ vengono rappresentati nei principali media nepalesi, che spesso li dipingono come vittime. Oltre ad essere vista su YouTube, la serie è andata in onda in molte parti del Nepal durante tutto l’anno, con quattro episodi in due lingue. Save the Children ha sottolineato di aver raggiunto online un totale di 28.700 persone e altre centinaia attraverso schermi con proiezioni in presenza.

8) Progressi positivi per i bambini alla COP28

Con una decisione storica a favore dei bambini, i leader della COP28 hanno deciso che alla conferenza sui cambiamenti climatici di Bonn nel 2024 si svolgerà un “dialogo di esperti” sugli effetti sproporzionati dei cambiamenti climatici sui bambini. Ciò significa che per la prima volta in quasi 30 anni ci sarà uno spazio formale nell’agenda dell’UNFCCC dedicato alla discussione delle vulnerabilità e dei bisogni specifici dei bambini. Save the Children spera che questo segnerà l’inizio di una significativa integrazione dei bambini nei negoziati e creerà un precedente affinché possano svolgere un ruolo più attivo nelle discussioni future, “Speriamo che questo sia solo il primo passo verso un processo COP che dia priorità ai diritti, ai bisogni, alle voci e all’equità dei bambini, perché le decisioni prese oggi nei negoziati sul clima avranno un enorme impatto su di loro, ora e in futuro” ha dichiarato Kelley Toole, responsabile globale del cambiamento climatico presso Save the Children.  L’Organizzazione ha espresso soddisfazione per l’adozione di un nuovo fondo per perdite e danni, già il primo giorno della COP28. Anche se questo rappresenta un passo nella giusta direzione verso la lotta all’ingiustizia intergenerazionale, è necessario fare di più per ampliare urgentemente il fondo al fine di proteggere i bambini ora e in futuro e per garantire che il fondo sia al servizio delle persone in prima linea nella lotta alla crisi climatica, in particolare i bambini.  

9) La protezione delle scuole diventa priorità nell’agenda politica del Burkina Faso

La protezione delle scuole dagli attacchi è ora una priorità nell’agenda politica del Burkina Faso, grazie alla creazione da parte del governo di un comitato direttivo per la Safe Schools Declaration (SSD). Nel luglio di quest’anno, circa un quarto delle scuole del Burkina Faso sono state costrette a chiudere a causa del conflitto, privando un milione di bambini del diritto all’istruzione. Save the Children, che insieme ad altre organizzazioni ha svolto un ruolo di primo piano nella creazione di questo comitato, ha sottolineato che favorirà la promozione delle linee guida SSD, si impegnerà a monitorare efficacemente gli attacchi alle scuole e, soprattutto, a supportare le parti interessate alla protezione delle scuole, degli studenti e degli insegnanti.

10) Affido familiare in Costa d’Avorio

Il governo della Costa d’Avorio ha adottato un decreto per regolamentare le famiglie affidatarie, in modo che i bambini privati delle cure dei loro genitori biologici possano essere assistiti in una struttura familiare anziché in istituti – essenziale per la salute e il benessere dei bambini, come affermato nella Convenzione sui diritti del fanciullo. Un’immensa vittoria per i bambini in Costa d’Avorio, in particolare per quelli coinvolti nel lavoro minorile e per i minori migranti non accompagnati, che devono affrontare una serie di ostacoli di difesa dei loro diritti. Questo è il risultato di iniziative sul campo condotte da Save the Children, il governo della Costa d’Avorio e altre parti interessate.


Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children
Tel.  3316676827 – 3385791870- 3389625274 –3409367952
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

[1] Il progetto “Beads by Breath” è stato lanciato nel 2016 in collaborazione con i Ministeri della Sanità dei governi nazionali e provinciali, il World Food Program, Action Contre La Faim (ACF), l’International Rescue Committee (IRC) e l’UNICEF.

Giornata internazionale del Volontariato: Incontri tra generazioni, popoli e culture

Centro Servizi per il Volontariato di Padova e Rovigo (CSV), come promotore, Associazioni e Istituzioni Scolastiche tre realtà per ritrovarsi, riconoscersi come facenti parte di una umanità sensibile che non si gira dall’altra parte.

Quanto sia importante il messaggio esplicitato al Liceo Ippolito Nievo sabato 2 dicembre 2023 lo si comprende da questo esempio. Una maratona di interventi fatti da Associazioni che operano nel volontariato sociale e in quello culturale/scientifico. Circa 600 ragazze e ragazzi dai 15 ai 18 anni che si confrontano con realtà animate da persone non più giovani ma determinate ad avere un ruolo nella società mettendo a disposizione tempo, esperienza e sensibilità. Le quattro associazioni elencate qui sotto sono solo una piccola frazione del grande numero coinvolto in questa particolare attività.

  1. CEAV – Cancro e assistenza volontaria – si occupa di supporto ai pazienti oncologici.
  2. Anziani a casa propria – associazione che promuove l’integrazione della persona anziana nella società.
  3. Università aperta vigontina associazione culturale che pone la cultura alla base della convivenza civile tra persone, promuovendo l’inclusione e la libertà di pensiero e di scelta.

Sito Web https://uniapertavigo.it/

  • Centro studi l’uomo e l’ambiente – Ambiente Risorse Salute. Idea di sviluppo che concilia azioni di protezione e gestione dell’ambiente nell’ottica della transizione ecologica.

Sito Web https://www.scienzaegoverno.org/

Le rappresentanti di ciascuna associazione hanno parlato ai ragazzi del supporto ai pazienti oncologici di tutte le età, del sostegno ad anziani soli, di cultura e conoscenza, basi della convivenza civile, di ambiente, sostenibilità e transizione ecologica. Ma hanno anche chiesto ai ragazzi il loro rapporto con i nonni; figure determinanti per tante famiglie perché sono in grado di donare tempo a nipoti e pronipoti; nonni che magari non sanno utilizzare speditamente uno strumento digitale. Ecco un punto di incontro sottolineato dalla relatrice. Il nipote che sa con due clic entrare nello SPID, il nonno che sa raccontare e ascoltare.

La maratona del Volontariato al Liceo Nievo di Padova è solo uno dei tanti esempi, uno dei tanti tasselli di un grande e variopinto mosaico che ci piace pensare stia all’interno del contenitore di Educazione alla Cittadinanza che troviamo trasversale in tutti i Piani di Offerta Formativa. La scuola come motore di cambiamento di paradigma. Le diverse generazioni hanno tanto da scambiare, da dare gratuitamente.

E questa è solo una piccola se pur grande realtà. Ci piace pensare ai volontari che si occupano dell’infanzia nei paesi più poveri: ai medici e tecnici dell’Associazione Medici Senza Frontiere, agli operatori di Save the Children, a quelli di Emergency e alle altre decine e decine di associazioni no profit e ONG che operano a livello internazionale. La 38° giornata internazionale del volontariato ci porta in un mondo che vogliamo pensare lontano da speculazioni e commerci. Ci piace davvero pensare che ciascuno di noi in qualsivoglia periodo della vita possa donare il proprio tempo per far stare meglio un proprio simile in difficoltà a prescindere dalla cultura, dal credo e dallo stato sociale.

Ci piace anche pensare che qualche studente che abbiamo incontrato, quando sarà adulto, medico, ricercatore, infermiere, scienziato, impiegato o semplicemente cittadino, trovi tempo da donare.

Alberta Vittadello

Petrini: la complessa relazione tra acqua e alimentazione

Un articolo di Carlo Petrini pubblicato su La Stampa del 16 ottobre 2023.
Fonte:
slowfood.it

“Facile come bere un bicchiere d’acqua”: chi di noi non l’ha mai detto, riferendosi a un’azione che per quanto semplice non necessita di essere pensata, riflettuta?
In realtà a partire da un bicchiere d’acqua si possono tessere interconnessioni che si dipanano a livello globale e che, per vie più o meno dirette, interessano il cibo.
Ed è proprio per questo che la FAO ha deciso di dedicare l’odierna [N.d.E. il riferimento è alla giornata di lunedì 16 ottobre] giornata mondiale dell’alimentazione all’acqua. Perché “l’acqua è vita, l’acqua ci nutre”.

La Terra è diventata così come la conosciamo grazie all’acqua che ricopre il 70% della superficie terrestre. Non a caso ci chiamiamo il pianeta blu, e non verde o marrone. Di tutta quest’acqua il 97% si trova nei mari e negli oceani. Il 2% circa è immagazzinato nei ghiacciai e il restante 1% – distribuito tra laghi, fiumi e falde acquifere – è la quantità che noi esseri umani riusciamo effettivamente a utilizzare. Una percentuale davvero esigua, nonché spartita fra molteplici e contrastanti pressioni e interessi, che fanno sì che il suo movimento non risponda solo alle leggi del ciclo naturale, ma anche a quelle della politica e della finanza che determinano chi, come, quando e perché può accedere all’acqua.

La Terra è diventata così come la conosciamo grazie all’acqua che ricopre il 70% della superficie terrestre. Non a caso ci chiamiamo il pianeta blu, e non verde o marrone. Di tutta quest’acqua il 97% si trova nei mari e negli oceani. Il 2% circa è immagazzinato nei ghiacciai e il restante 1% – distribuito tra laghi, fiumi e falde acquifere – è la quantità che noi esseri umani riusciamo effettivamente a utilizzare. Una percentuale davvero esigua, nonché spartita fra molteplici e contrastanti pressioni e interessi, che fanno sì che il suo movimento non risponda solo alle leggi del ciclo naturale, ma anche a quelle della politica e della finanza che determinano chi, come, quando e perché può accedere all’acqua.

L’agricoltura assetata di acqua

Il settore che ha più fame d’acqua è senz’altro quello agricolo, con il 70% dell’acqua dolce utilizzata, permettetemi di dire spesso inefficientemente, per questo scopo. Nelle grandi estensioni agricole si continua infatti a ricorrere principalmente all’irrigazione a pioggia: un sistema (c’è stata, qualche anno fa una proposta di legge per vietarlo, subito accantonata) che richiede grandi volumi d’acqua, parte dei quali evaporano ancora prima di toccare il suolo. Inoltre lo stoccaggio dell’acqua in sistemi di raccoglimento non è ancora pratica comune, così come mancano gli incentivi ad adottare pratiche di economia circolare quali il riutilizzo di acque reflue depurate per fini irrigui.

A questi aspetti si aggiunge l’uso massiccio di pesticidi (giovedì, in Commissione europea, l’Italia ha votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione a favore dell’uso glifosato!) e fertilizzanti in agricoltura e di antibiotici nell’allevamento, che fanno sì che una parte residuale permei nel terreno e raggiunga le falde acquifere, oppure si riversi nei corsi d’acqua; generando in entrambi casi problemi di inquinamento e contaminazione.

L’agricoltura non è quindi efficiente nell’uso della risorsa idrica, se però il cibo prodotto venisse tutto consumato, in un certo qual modo potremmo ancora riuscire a giustificare la situazione. Invece no: annualmente sprechiamo il 30% del cibo, e siccome per produrlo si è impiegata molta acqua, è come se stessimo gettando una quantità pari al fabbisogno idrico della città di New York per i prossimi vent’anni.

Se la mancanza d’acqua la fa da padrone, non possiamo però ignorare le situazioni in cui è invece l’abbondanza a creare problemi. Pensiamo all’alluvione che colpì il Pakistan nel 2022 portando alla perdita di 1,7 milioni di ettari di terreni agricoli. Ma anche alle isole del Pacifico che devono fronteggiare le criticità legate all’innalzamento degli oceani a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Qui la sicurezza alimentare è minacciata sia dalle frequenti inondazioni che salinizzano il suolo e distruggono campi e raccolti, sia dall’infiltrazione dell’acqua di mare nelle falde che forniscono l’acqua potabile alle abitazioni.

Siccità e inondazioni: la complessa relazione tra acqua e alimentazione

L’avanzare prepotente della crisi climatica sta poi rendendo la relazione tra acqua e alimentazione ancora più complessa. In un loro rapporto le Nazioni Unite hanno paragonato la siccità a una imminente pandemia, per la quale però non ci sono vaccini. Attualmente 1,5 miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di stress idrico, un percentuale che è stimata a salire al 47% nel 2030.

In Italia tra l’inizio del 2022 e la metà del 2023 abbiamo vissuto il periodo più siccitoso degli ultimi due secoli di storia, con profonde ripercussioni sulle rese agricole.

Nelle regioni sub sahariane la siccità ormai cronica favorisce il progredire della desertificazione e non lascia a molti pastori e contadini nessuna altra opzione di sopravvivenza se non migrare.

Se oltre alle cause tecniche e climatiche si aggiungono quelle economiche

Se oltre alle cause tecniche e climatiche si aggiungono quelle economiche

Abbiamo parlato di problemi di natura tecnica legati all’uso e alla conservazione inefficiente della risorsa idrica, di natura ambientale per via degli effetti della crisi climatica, ve ne sono poi altri di natura economica che rispondono a meschine dinamiche di potere. Faccio alcuni esempi. Per anni le comunità contadine del Rajasthan indiano si sono schierate contro i colossi mondiali delle bibite gassate accusandole di prosciugare le falde acquifere e lasciando così i contadini senza possibilità di irrigare i loro campi.

In molte aree del mondo l’attività mineraria è fonte prima accaparramento di acqua utilizzata per estrarre, lavorare, lavare i minerali e successivamente di inquinamento per il rilascio delle scorie nelle falde acquifere.

Tutto questo ai danni della sicurezza alimentare e della salute delle persone del territorio (spesso povere, poco istruite e privi di mezzi per contrastare il fenomeno). In ultimo un caso legato alle dinamiche economiche che fanno sì che il Nord globale importi dal Sud globale beni che richiedono una grande quantità di acqua per essere prodotti. Nei Paesi di produzione questo scambio può essere fonte di pressioni sulle risorse idriche che non vengono gestite in ottica di conservazione e distribuzione a livello locale, bensì di sfruttamento a favore di dinamiche commerciali profittevoli. In tal senso è emblematico il caso della regione desertica di Ica, in Perù, che da quasi due decenni è diventata il primo centro di produzione per l’export di asparagi al mondo. Gli asparagi, ortaggio di lusso, finiscono nei supermercati europei (principalmente Uk), e i contadini di piccola scala peruviani rimangono senza acqua nei loro pozzi e senza possibilità di fare agricoltura. Questi sono tutti esempi in cui l’acqua, bene comune precondizione per la sopravvivenza umana, viene incanalata a favore di interessi privati e fini di lucro.

La risorsa idrica, a cui noi in Italia (e così anche gli altri paesi del Nord globale), abbiamo il privilegio di accedere facilmente, arriva nelle nostre case – in forma di acqua o cibo – portandosi appresso un bagaglio di narrazioni complesse e spesso problematiche. Auspico che il dibattito intorno al tema non si esaurisca in una giornata, ma che sia di stimolo per l’elaborazione di politiche idriche e l’adozione di comportamenti virtuosi che sono quanto mai impellenti.

Articolo e immagini su slowfood.it

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