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Progetto MADRE. A Bologna il punto sull’agricoltura metropolitana nell’area del Mediterraneo

Avviato a febbraio 2017, il progetto MADRE (Metropolitan Agriculture for Developing an innovative, sustainable and Responsible Economy) intende promuovere l'agricoltura metropolitana quale mezzo per lo sviluppo di un'economia sostenibile, innovativa e responsabile. Fino a luglio 2018 i partner dell’iniziativa saranno impegnati nell’individuazione e nell’attivazione di politiche e buone pratiche utili alla diffusione di questo tipo di agricoltura.

Co-finanziato dal Programma Interreg MED e dal Fondo europeo di sviluppo regionale FESR, il progetto MADRE vede il coinvolgimento di sei grandi aree metropolitane – Bologna, Barcellona, Marsiglia, Montpellier, Salonicco e Tirana – della zona del Mediterraneo (Francia, Italia, Grecia, Spagna e Albania).
I partner sono: AViTeM – Agenzia per le Città e i Territori Sostenibili del Mediterraneo di Marsiglia, ente capofila del progetto; ANIMA Investment Network; CIHEAM-MAIM – Centro Internazionale di Studi Avanzati sull’Agronomia del Mediterraneo – Istituto di Agronomia di Montpellier; MedCities – Network Mediterraneo per lo Sviluppo Urbano Sostenibile di Barcellona, l’Università “Aristotele” di Salonicco e l’Università Agraria di Tirana. A questi si aggiunge, unica realtà italiana, la Città metropolitana di Bologna, che il 4 luglio scorso ha ospitato i partner del progetto MADRE a Palazzo Malvezzi.

Durante questo incontro i referenti del progetto MADRE, provenienti dai cinque Paesi europei interessati, hanno presentato i risultati delle loro prime ricerche ed evidenziato i possibili punti di forza e di debolezza per l’applicazione di un modello concreto di agricoltura urbana e peri-urbana nei rispettivi territori, ponendo in questo modo le basi per l’individuazione di buone pratiche e metodologie di lavoro condivise.

Maggiori informazioni nel comunicato Stampa allegato

Contro la siccità un progetto europeo H2020, guidato da Esri Italia

Un progetto di ricerca europeo, guidato da Esri Italia, cerca soluzioni che ottimizzino l'utilizzo delle risorse idriche in Italia e in Europa .

Il Progetto MOSES (Managing crOp water Saving with Enterprise Services), finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del progetto Horizon 2020 è finalizzato alla realizzazione di una piattaforma GIS (Geographic Information System) per supportare l'approvvigionamento e la gestione dell'acqua per scopi irrigui.

In particolare il Progetto si prefigge di favorire il risparmio dell'acqua, migliorare i servizi per i coltivatori e ridurre i costi, anche sotto il profilo energetico.

Esri Italia, azienda leader nel settore delle tecnologie geospaziali e dei sistemi GIS, svolge il ruolo di coordinatore in un team costituito da 15 partner europei e 1 partner indiano.

Per raggiungere gli obiettivi prefissati, la piattaforma GIS implementata grazie al progetto MOSES prevede l'integrazione di dati e modelli innovativi per le previsioni stagionali e per l'elaborazione dei dati satellitari derivanti dall'osservazione della Terra.
Favorire l'approvvigionamento intelligente e ottimizzato delle risorse idriche per scopi irrigui è anche un un'azione fondamentale nell'obiettivo di promuovere la mitigazione dei cambiamenti climatici, poiché facilita la gestione delle alluvioni e dei periodi di siccità.

La ricerca, della durata di 3 anni, sarà attuata in via preliminare in 4 aree pilota: Italia, Spagna, Romania e Marocco.

Il progetto è risultato vincitore di uno dei bandi riservati al settore "Acqua" del Programma europeo Horizon 2020, il più grande motore della ricerca scientifica mai esistito in Europa, che distribuirà fondi per 80 miliardi di euro in sette anni (2014-2020).

Esri Italia è disponibile a fornire alla stampa accesso ad alcune mappe del portale del progetto Moses relative alle analisi sui territori analizzati.

Questo il portale del Progetto moses-project.eu/moses_website/

Per maggiori informazioni www.esriitalia.it

 Fonte; Ufficio Stampa Esri Italia, Paolo Osso 

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Dai ricercatori dell’Università di Pavia un algoritmo per prevenire il rischio di attacchi terroristici

Lo scorso 5 giugno  un team del laboratorio RIDS (Res Institute for Data Science) dell'Università di Pavia ha presentato a Roma, presso il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, una ricerca finalizzata a elaborare modelli di rischio per la previsione degli attacchi terroristici.

La ricerca è stata coordinata dalla professoressa Silvia Figini docente di statistica dell’Università di Pavia e Responsabile Scientifico del laboratorio RIDS.

Il lavoro svolto all'interno del laboratorio di data science, presenta modelli descrittivi e inferenziali attraverso un’analisi della serie storica di dati a disposizione opportunamente integrati con dati esterni quantitativi e qualitativi. L’idea è che, partendo da una mappatura storico-geografica degli attentati a livello globale e incrociando queste informazioni con indici specifici e altri attinti dal traffico web e dai social network, si possa arrivare a sviluppare un algoritmo in grado di prevedere dove sarà il prossimo attacco.

I ricercatori hanno fissato come punto di partenza gli attentati dell’11 settembre 2001. Da allora ci sono state più di 83mila azioni in 158 Paesi riconducibili a 1.098 gruppi terroristici differenti che hanno fatto circa 192 mila morti. L’algoritmo consente di tener conto di dati quantitativi, qualitativi, strutturati e non strutturati per ottimizzare la capacità predittiva e ipotizzare dove sarà il prossimo attacco.

I modelli di previsione messi a punto potranno essere ulteriormente migliorati con l'integrazione di dati riservati e possono servire ai dipartimenti nazionali e internazionali di intelligence a pianificare con più accuratezza azioni di prevenzione terroristica.