Accordo tra Anci e Utilitalia per sviluppare i servizi pubblici delle città del futuro

Un protocollo d’intesa è stato firmato nella sede dell’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni italiani) a Roma, dal Presidente Antonio Decaro e da Giovanni Valotti, Presidente di Utilitalia, la federazione che riunisce oltre 500 imprese energetiche, idriche e ambientali.un accordo molto importante per analizzare e promuovere lo sviluppo dei servizi pubblici delle città del futuro, accompagnandone l’innovazione.

Investimenti in infrastrutture, sviluppo industriale delle smart cities, contrasto all’inquinamento delle città, riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici: uno sforzo congiunto per trovare soluzioni e ottimizzare l’organizzazione dei servizi di pubblica utilità.

Il quadro operativo comprende anche la costituzione di gruppi di lavoro tematici congiunti, con la partecipazione dei maggiori esperti individuati dalle associazioni sulle singole materie, l’organizzazione di iniziative di formazione e informazione, la circolazione di dati statistici ed economici e lo studio congiunto del quadro normativo e regolatorio.

Tra le prime sfide da affrontare, figurano già da ora gli investimenti infrastrutturali nei settori energetici, idrici e ambientali, le gare per l’affidamento dei servizi, il raggiungimento degli obiettivi comunitari nel ciclo integrato dei rifiuti, la prevenzione e gestione delle situazioni di emergenza idrogeologica (alluvioni o frane) e la semplificazione dei servizi ai cittadini.

Alla base della costituzione del Comitato anche la condivisione, da parte di Anci e di Utilitalia, della possibilità di sostenere lo sviluppo dei servizi pubblici locali nell’ambito di un percorso industriale che ottimizzi gli investimenti, le sinergie territoriali, l’efficienza dei costi e i benefici aggiuntivi.

Leggi il comunicato congiunto

Reti Innovative Regionali. Presentata “RIBES”, la rete per l’Ecosistema Salute e l’Alimentazione smart

Il partenariato di RIBES coinvolge 12 enti e istituzioni della conoscenza (Università, Enti di Ricerca, Centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale) e 52 aziende venete con un fatturato di quasi 8 miliardi di euro e 12.000 dipendenti

Riconosciuta con una delibera di fine ottobre 2016 della Giunta della Regione del Veneto, a seguito della positiva valutazione effettuata da Veneto Innovazione, il 3 marzo 2017  è stata presentata a Padova, nella sede istituzionale dellUniversità, la Rete Innovativa Regionale (RIR) RIBES-Nest.

La rete raggruppa 52 aziende venete di grandi, medie e piccole dimensioni e 12 tra Università, Enti di ricerca, centri di eccellenza nell’ambito dell’innovazione e della ricerca applicata.

All’incontro di presentazione erano presenti, oltre alla professoressa Margherita Morpurgo della Fondazione Univeneto, in rappresentanza del Rettore dell’Università di Padova prof. Rosario Rizzuto, il presidente della neo-nata rete Mauro Fanin imprenditore del settore agrifood, Mauro Trapani Direttore Area Sviluppo Economico della Regione del Veneto e i rappresentanti delle aziende che aderiscono alla rete.

Mauro Trapani ha affermato che la nascita RIBES-Nest, come delle altre reti già costituite sulla base della L.R. n. 13 del 30 maggio 2014, risponde alla nuova impostazione delle politiche regionali di sostegno alle imprese, che guardano soprattutto ai progetti di innovazione. In un contesto di innovazione tecnologica la funzione delle reti è creare relazioni tra aziende grandi, medie e piccole e il sistema della ricerca.

L’avvio e l’operatività delle reti è precondizione per la partenza dei bandi regionali a valere sui fondi POR FESR 2014-2020, in quanto il sostegno è riservato a imprese aggregate in varie forme.

I due principali assi di sostegno, competitvità dei sistemi produttivi e ricerca e innovazione possono contare, rispettivamente, su dotazioni di 170 milioni e di 114 milioni di euro.

Le azioni e linee di finanziamento, previste all’interno degli assi, sono rivolte a sistemi imprenditoriali di tipo distrettuale e di filiera, tra cui le aggregazioni e le reti d’impresa.

Anche il mondo imprenditoriale sente la necessità di aggiornare i propri modelli di sviluppo e di orientarli verso progetti di innovazione di processo e di prodotto.

Anche gli interventi di Mauro Fanin, presidente di RIBES Nest, e di altri imprenditori associati alla rete, hanno inteso sottolineare come, in tempi di necessaria innovazione, la cultura d’impresa debba abbandonare l’individualismo e attivare strumenti di connessione, condivisione e scambio tra aziende in maniera trasversale, tra settori diversi ma contigui. Si prevedono grandi opportunità per l’agricoltura, l’alimentazione, le biotecnologie, la salute, tutti settori che sono rappresentati in RIBES Nest e che potranno svolgere insieme progetti di ricerca con il supporto delle Università e degli Enti di ricerca.

Per gli enti di ricerca associati in RIBES è intervenuto il professor Tullio Pozzan, attualmente direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche del CNR, che ha sottolineato come la rete finalmente riesca a superare l’annoso problema di collegamento e colloquio tra produzione e ricerca. In RIBES le aziende sono a contatto diretto con gli enti di ricerca e le loro richieste di ricerca applicata trovano solerte ascolto. La necessità di innovazione ha tempi molto stretti e non può attendere che la ricerca accademica o tradizionale ne prenda atto.

RIBES Nest, costituita come società consortile (riconosciuta dalla Giunta Regionale del Veneto con dgr 1697 del 2016), aveva posto le sue basi, con l’adesione delle prime imprese, fin da giugno 2015. L’obiettivo è stato, fin dall’inizio, agevolare la crescita e lo sviluppo attraverso l’interazione tra settori tradizionali e settori emergenti che gravitano intorno all’Ecosistema della Salute e dell’Alimentazione Smart.

I soggetti coinvolti sono principalmente imprese del territorio caratterizzate da una visione comune: l’attenzione verso la ricerca scientifica e l’innovazione applicata ai prodotti e ai processi. L’approccio metodologico individuato dai promotori della rete ha trovato un terreno fertile e recettivo nelle istituzioni di ricerca presenti nel territorio la regionale e nelle numerose e qualificate competenze scientifiche riconosciute a livello internazionale. 

I principali obiettivi della rete sono:

  •  rispondere agli input delle istituzioni
  •  concretizzare con azioni e risultati reali lo sviluppo del network, ad esempio attraverso azioni di fertilizzazione trasversale fra le diverse aree tematiche coinvolte (agroalimentare, agroindustriale, diagnostico, cosmetico e altre)
  • agevolare l’interazione tra i Soci per raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico identificati.

RIBES Nest, coerentemente con il documento sulla Smart Specialisation Strategy della Regione del Veneto, intende rappresentare una concreta opportunità per favorire la competitività delle aziende nei propri mercati di riferimento e sostenerle nelle fasi critiche del ciclo economico. La presenza nella stessa rete di piccole e medie imprese e di grandi imprese (rispettivamente 43 PMI e 8 GI) crea l’ambiente per agevolare la crescita delle piccole e per offrire alle più grandi competenze e tecnologie spesso presenti in aziende di piccole dimensioni, ma con alta specializzazione.

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Osservatorio Utilities. Prospettive economico finanziare positive. Il 2016 un anno record per l’Italia

Sono stati presentati il 2 marzo  a Milano i risultati del XVII “Osservatorio Utilities” di Agici Finanza d’Impresa e Accenture, presenti i più importanti esponenti del mondo delle Utilities.

Dallo studio emerge che il 2016 ha rappresentato un anno record per le multi-utility in Italia,  gli utili netti dei principali protagonisti del settore sono infatti quasi raddoppiati passando da 560 milioni di euro nel 2015 a 910 milioni di euro nel 2016. Le politiche di riduzione dei costi, di sfruttamento delle sinergie derivanti dalle acquisizioni e le dismissioni degli asset non strategici finalmente iniziano a dare risultati concreti.

Il 2016 non è stato considerato un anno isolato di utili record, ma l’avvio di un percorso virtuoso: i livelli di utile non caleranno ma inizieranno a crescere almeno per i prossimi due anni.
Le aziende hanno una posizione finanziaria ottimale e sono pronte per le sfide energetiche del futuro in un contesto potenzialmente favorevole sia a livello di sistema paese – con una nuova Strategia Elettrica Nazionale in fase di stesura – sia nel contesto dei cambiamenti che si possono cogliere in termini di trasformazione digitale del settore.

Accenture ha identificato tre direttrici su cui impostare la nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN2.0): decarbonizzare, decentrare, digitalizzare e ha elaborato un decalogo (pubblicato in allegato) che indirizza la SEN 2.0.

Dal documento emerge che una delle maggiori opportunità è la realizzazione di una vera e propria Internet of Energy: un sistema in cui device, contatori digitali e strumenti connessi, attraverso l’Internet of Things e l’intelligenza artificiale sono capaci di comunicare e di ottimizzare il sistema. L'analisi consapevole dei big data consentirà inoltre di disegnare nuovi prodotti e personalizzare l’offerta dei servizi sulla base dei bisogni dei singoli clienti, che saranno sempre più importanti nella definizione di nuove strategie.
La tecnologia Blockchain potrà abilitare significative efficienze nelle operazioni, e un modello energetico più efficiente, sostenibile e partecipato.

In allegato il comunicato stampa sull''Osservatorio 
e il decalogo Accenture