Siglato protocollo d’intesa tra A.P.I. e il Parco Tecnologico Padano

È stato firmato lunedì 6 febbraio, a Lodi, il protocollo di intesa tra A.P.I. l’Associazione delle piccole e medie industrie e il Parco Tecnologico Padano, dal 2006 cuore della ricerca nel campo della bioeconomia, dell’agroalimentare e delle scienze della vita.

L’intesa tra questi due importanti attori istituzionali permetterà di coniugare l’assistenza qualificata di A.P.I. con l’expertise  consolidata dell’incubatore e dell’acceleratore ALIMENTA, anima del Parco Tecnologico Padano. Duplice il fine: trasformare le idee all’avanguardia in realtà innovative in grado di rivoluzionare il modo di produrre e di lavorare e supportare le imprese associate che desiderano crescere sul mercato nazionale e internazionale nello sviluppo di prodotti, soluzioni e servizi dall’elevata valenza tecnologica.

Gianluigi Vho, componente di giunta di A.P.I. con delega al distretto di Lodi,ha commentato con entusiasmo la sigla del protocollo di intesa: A.P.I. e laRicerca faranno impresa insieme generando valore per le aziende, lodigiane e non, che vedono nelle nuove tecnologie una leva competitiva potente per contraddistinguersi dai concorrenti e affermarsi in Italia e all’estero.

Stessa soddisfazione per Stefano Valvasondirettore generale di A.P.I. e Gianluca Carenzo, direttore del Parco Tecnologico Padano. La sigla dell’accordo testimonia la volontà di continuare a operare per supportare le piccole e medie imprese, tessuto imprenditoriale forte del territorio lombardo e consolida l’integrazione tra il mondo della ricerca e il sistema delle imprese attraverso l’innovazione delle realtà che operano nel tessuto industriale di riferimento.

 

enjoy your meal

La risposta è nell’imballaggio: informazioni nutrizionali e packaging alimenti e bevande

Mentre alcuni consumatori possono trovare questa pratica di indicazioni di nutrizione negli imballi invadente e inutile, fornire una “guida alimentare” è in realtà una scelta intelligente di branding per le aziende food&beverage. Il pubblico è costantemente ‘bombardato’ da notizie circa l’aumento di obesità, livelli sempre più elevati di diabete e altri problemi di salute causati da una cattiva alimentazione.


Le etichette “ingannevoli” dei prodotti alimentari sono spesso additate come una delle principali cause, così riportando chiaramente il valore nutrizionale dei propri cibi o delle proprie bevande anche laddove non sia richiesto per legge, è un modo smart di perseguire soluzioni positive al problema. Il packaging stesso, con le immagini “lussureggianti” di porzioni di cibo accattivanti riportate sulle confezioni dei cibi, può spingere i consumatori a sovrastimare le porzioni corrette e a eccedere nell’apporto calorico quotidiano. Gli esperti mettono in guardia: questo tipo di presentazione del prodotto può indurre il consumatore a mangiare molto di più e a ritenere “normali” delle porzioni che in realtà non lo sono affatto.

I consumatori però stanno diventando sempre più attenti alla nutrizione e al suo impatto sulla salute e cercano nel packaging, in maniera crescente, informazioni circa l’apporto calorico e/o altre informazioni nutrizionali prima di acquistare alimenti o bevande, a volte spingendo gli esercenti all’approvvigionamento di alternative più sane in-store. Anche se può sembrare contro-intuitivo, le aziende che agiscono in anticipo sul valore nutrizionale dei loro prodotti rafforzano la valorizzazione del proprio marchio e posizionano se stessi quali marchi ambasciatori proattivi della salute dei consumatori. E mentre la verità è che il cibo spazzatura non scomparirà dagli scaffali dei negozi così presto, già l’etichettare i prodotti alimentari “junk” come destinati a un consumo occasionale crea responsabilità condivisa: fornisce educazione alimentare dando ai consumatori l’opportunità di compiere le proprie scelte in libertà ma ben informati.

Alcuni dei marchi più noti sugli scaffali dei negozi di alimentari hanno già colto questa tendenza. Alcuni esempi comprendono Kraft, che ha annunciato la rimozione di coloranti artificiali dalla sua miscela super-popolare per maccheroni e formaggio; Coca-Cola, che ha lanciato una nuova linea di soda, Coca-Cola Life, con la stevia al posto dello zucchero, come una versione di Coca-Cola più naturale e a basso contenuto calorico; e Campbell, che ha annunciato la riduzione del numero di ingredienti nelle sue zuppe, a cominciare dalla classica con noodle e pollo in vendita stabile negli Stati Uniti fin dalla sua concezione nel 1934.

Sebbene i consigli dietetici siano una mossa intelligente per i marchi alimentari, ci sono almeno due potenziali insidie che i brand dovrebbero tenere a mente.

In primo luogo, il prezzo è ancora un fattore critico per il branding di prodotti alimentari. Tuttavia, per esempio, mantenere le dimensioni di imballo inserendo linee-guida sulle porzioni consigliate od offrire porzioni più piccole e preconfezionate a un prezzo inferiore sono iniziative che possono rassicurare i consumatori sull’impegno del brand per la loro salute mentre l’operatore di mercato può preservare i prezzi. In secondo luogo, l’offerta di opzioni è sempre chiave. I marchi che forniscono indicazioni nutrizionali dovrebbero considerare di offrire una gamma di linee di prodotto alternative più sane. In questo modo possono mantenere il loro marchio intatto, mantenendo i clienti fedeli, maturando inoltre un nuovo seguito da parte dei consumatori che vogliono opzioni più sane da un brand che conoscono e amano.


Asia Pulp & Paper ha da tempo intercettato queste esigenze e continua a sviluppare soluzioni di imballaggio progettate specificamente per soddisfare le esigenze dell'industria alimentare. Una gamma di prodotti che eccelle in questa direzione è Foopak che abbraccia una vasta gamma di carte e cartoni oleati, contenitori per cupcake, pasticceria e panetteria, così come scatole di cartone termosaldabili, pieghevoli e da asporto.

I prodotti della linea Foopak sono di alta qualità e a prova di oli e grasso, quindi sono perfetti per i prodotti precotti e/o refrigerati. Uno dei suoi più importanti contributi per l'industria alimentare è la resistenza alle alte temperature senza il rischio di reazioni chimiche che potrebbero cambiare la composizione o le caratteristiche del cibo confezionato, nel rispetto delle normative vigenti dell'Unione Europea in materia per garantire la sicurezza del consumatore. Inoltre, Foopak è un packaging che consente una stampa perfetta adattandosi alle esigenze di ogni produttore. Inoltre, è adatto per la termosaldatura, proteggendo la freschezza e la qualità del prodotto, così come il suo sapore e le qualità originarie. Foopak è conforme a tutte le attuali disposizioni di legge nel settore alimentare, come ISEGA, FDA, ISO 9001 e ISO 14001, tra gli altri, oltre a essere una gamma interamente conforme ai dettami “halal” certificata secondo lo standard Indonesiano HAS 23000.

Impianto Crotone

Progetto Si.Re.Ja. Prime esperienze di digestione anerobica a secco: potenzialità calabresi di biomasse e FORSU per la produzione di biogas

Abstract 
 


Un progetto di ricerca sviluppato nella Regione Calabria coordinato da Cortea con la partecipazione di partner anche locali, ospitato dalla città di Crotone attraverso il polo energia ed ambiente NET, ha permesso di studiare la disponibilità di biomassa nella Regione Calabria per la produzione di biogas in virtù del grande potenziale derivante dalle attività agricole come i pastazzi di agrumi, la sansa di olive e il letame di bufala.

È stata condotta dapprima una approfondita analisi della disponibilità reale di biomassa, in termini di quantità annue prodotte. Successivamente sono state effettuate le sperimentazioni di fermentazione anaerobica a secco e ad umido, mediante fermentatori a scala di laboratorio, progettati e realizzati ad hoc per mantenere precise condizioni di processo in termini di temperatura (38°C) e umidità (circolazione forzata percolato) durante l’intero periodo di fermentazione, pari a circa 30 giorni.

Le prove hanno evidenziato come la biomassa testata condizioni fortemente i risultati finali, in termini di quantitativo di biogas prodotto rapportato al peso della sostanza secca, come dimostra il range di valori ottenuti che oscillano dai 0,1 m3 gas/kgsostanza secca per la vinaccia fino ai 0,6 m3 gas/kgsostanza secca per il pastazzo di agrumi agli oltre 1,6 m3 gas/kgsostanza secca per il letame di bufala. Il biogas prodotto è stato analizzato mediante analizzatore portatile.

Una considerazione a parte merita la FORSU, la frazione organica del rifiuto solido urbano. La Regione Calabria in questo ambito ha sicuramente potenzialità inespresse, data la concentrazione di grandi centri urbani ed un vasto territorio rurale, e l’impiego di questo materiale suscita molto interesse specie per la produzione di biogas che ne può scaturire, specie in impianti di piccola- media dimensione, a basso impatto sull’ambiente e sul territorio. Alla luce di queste considerazioni sono state condotte approfondite analisi sulla FORSU disponibile per la fermentazione anaerobica.
 


In allegato l’articolo completo,  pubblicato in Procedia Environmental Science, Engineering and Management 3 (2016) (1) 23-31