III 4.6 La Banca dati del DNA degli organismi dannosi

La globalizzazione e il cambiamento climatico hanno influito sulla vita e propagazione degli organismi nocivi per le colture. Avviene spesso in agricoltura che ci si debba confrontare con organismi dei quali non si conosce con certezza la potenzialità negativa. Una diagnosi precoce e sicura è necessaria se si vogliono evitare sviluppi negativi e danni, magari ingenti, alle coltivazioni. Si è reso pertanto necessario trovare, per l’identificazione e caratterizzazione di tali specie ed organismi, un nuovo metodo che fosse rapido, preciso e aggiornato, perché soltanto con una diagnosi corretta è possibile agire rapidamente e in modo appropriato.

È stata pertanto messa a punto Q-Bank, una banca dati consultabile on-line capace di fornire agli esperti del settore informazioni dettagliate per identificare patogeni nocivi in tempi brevi e minimizzando la possibilità di errore.

Per l’identificazione univoca delle specie è stata usata la tecnica del DNA barcoding, ovvero è stato usato un metodo tassonomico che usa un pezzettino di DNA come marcatore genetico dell’organismo per identificare la specie. Anche se le sequenze di DNA di organismi tassonomicamente vicini sono in genere molto simili tra loro, esistono sempre alcune differenze. E sono proprio queste differenze ad essere identificate e quindi utilizzate come un codice a barre costituito da DNA. Nel database, gli organismi vengono divisi per appartenenza tassonomica: virus e viroidi, batteri, funghi, piante, nematodi, artropodi e così via. Per ciascun organismo individuato sono presenti dati scientifici quali nomenclatura, dati morfologici e molecolari, immagini sulla corretta tassonomia di identificazione, codici DNA/RNA, specifiche sulle sequenze utili per l’identificazione, identificazione polibasica e analisi dei dati, sintomi, punti identificativi chiave delle piante ospiti, e una serie di link utili e affidabili dove trovare raccolte di specie, tessuti, genomi completi, e una lista di altri database utili.


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III 4.5 Altri strumenti per il biocontrollo

 

Uno strumento di biocontrollo particolare è rappresentato dai baculovirus. Questi virus sono in grado di attaccare lepidotteri, ditteri e imenotteri parassiti delle piante o molesti, e la vasta galassia dei funghi patogenici di insetti compresi nell’ordine Hypocreales.
Esistono più di settecento baculovirus registrati, ma solo una parte di questi sono stati sviluppati e registrati come agenti di biocontrollo. Essi sono considerati sicuri per la salute umana e per gli animali non target anche quando usati in colture alimentari. Gli inconvenienti legati alla lentezza d’azione e alla sensibilità ai raggi ultravioletti possono essere mitigati con appropriate tecniche di distribuzione e usando formulazioni adatte. Le ricerche recenti hanno messo in luce la capacità dei baculovirus di comportarsi come parassiti specie specifici. Possono perciò risultare molto utili nel biocontrollo se la ricerca riuscirà a individuare i genotipi di baculovirus che riconoscono l’ospite specifico, in questo caso un infestante per le colture agricole, da infettare.
Dell’ordine dei funghi Hypocreales sono state considerate le specie del genere Metarhizium, in particolare anisopliae che potrebbe ora comprendere anche M. brunneum e M. robertsii. La relazione dedicata a queste specie fungine ha esplorato la difficoltà della ricerca di campo, della corretta individuazione delle specie fungine utilizzate, a causa del loro numero immenso e dei modi di trasmissione della malattia in natura.
Fonte: IOBC-WPRS, presentazione e relazioni del 14° incontro.


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In allegato:

Convegno IOBC.pdf

III 4.4 I mezzi di controllo biologico

I mezzi di controllo biologico delle avversità delle piante s può avvenire impiegando:

  • prodotti naturali;
  • prodotti di derivazione naturale;
  • microrganismi;
  • macrorganismi;
  • prodotti semiochimici.

I semiochimici sono tutte quelle sostanze (composti chimici) che regolano le interazioni tra gli organismi viventi. Spesso i semiochimici sono in grado di indurre modificazioni comportamentali, talvolta anche di carattere fisiologico o, più raramente, anatomico.

Una caratteristica dei semiochimici è quella di essere attivi nel loro funzionamento a concentrazioni molto basse. I semiochimici sono generalmente classificati nei 2 seguenti gruppi:

1)   feromoni ovvero messaggeri chimici che agiscono tra individui della stessa specie, la cui interazione è detta relazione intraspecifica;

2)   llelochimici ovvero messaggeri chimici che agiscono tra specie diverse, talvolta regni diversi; tale interazione è detta relazione interspecifica.


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